TISHA BEAV – Il kaddish al cimitero americano di Nettuno

Anche quest’anno, nel giorno di Tishà beAv – digiuno tra i più solenni del calendario ebraico, in cui si commemora la distruzione dei Templi di Gerusalemme – un gruppo di ebrei romani, dopo la tefillà di Minchà al Tempio di Anzio, si è recato al Cimitero Militare Americano di Nettuno, il Sicily-Rome American Cemetery and Memorial, per onorare la memoria di un giovane soldato ebreo americano, Melton Mednick, caduto in Italia l’11 agosto 1943, che corrispondeva a Tisha be’Av. Sulla sua tomba è stato recitato il kaddish, la preghiera dei lutti, in un momento di raccoglimento e memoria.
Erano presenti anche il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, e il vicepresidente dell’Ucei, Giulio Disegni, insieme ad alcuni membri della Comunità ebraica romana.
Un gesto che si rinnova ogni anno, silenzioso, ma carico di significato, per ricordare il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà dell’Europa e anche per la sopravvivenza del popolo ebraico, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.
Il Cimitero Americano di Nettuno, a pochi chilometri da Roma, è uno dei luoghi più solenni e curati della memoria militare statunitense in Europa. Inaugurato nel 1956, ospita le tombe di 7.861 soldati americani caduti durante la campagna d’Italia tra il 1943 e il 1944, in particolare durante lo sbarco di Anzio e la successiva liberazione di Roma.
Accanto alle croci bianche che segnano la maggior parte delle sepolture, molte stelle di David sono incise sulle lapidi, testimonianza silenziosa della presenza di soldati ebrei tra le truppe alleate.
Il rito della visita in Tishà beAv vuole sottolineare questa memoria spesso dimenticata: il contributo degli ebrei americani – cittadini di un Paese libero e democratico – nella lotta contro il nazifascismo e per la liberazione dell’Italia. Ricordare uno di loro nel giorno della massima distruzione della storia ebraica, è un atto simbolico per riconoscere chi, con coraggio, ha combattuto perché altre distruzioni non si compissero.