MUSICA – Piombo di treni e di soldatini

Tra il 6 e l’11 aprile 1945 su tre convogli ferroviari furono evacuati da Bergen-Belsen 6.700 ebrei, presumibilmente utilizzabili da parte della Wehrmacht in caso di scambio con merce, valuta estera, prigionieri nell’imminenza della sconfitta bellica; il primo treno fu liberato dalle truppe statunitensi a Farsleben, il secondo giunse a Theresienstadt, il terzo (altresì destinato a Theresienstadt) lasciò Bergen-Belsen, attraversò per due settimane la Germania mantenendosi sulla linea del fronte orientale, arrivò il 18 aprile 1945 a Berlino-Spandau e ripartì ma quattro giorni dopo cessò la corsa a Falkenberg/Elster a causa del bombardamento del ponte sul fiume Elster da parte degli Alleati.
Dopo aver tumulato in una fossa comune i cadaveri giacenti nei vagoni, la Wermacht fece arretrare il treno di cinque chilometri dall’accesso al ponte distrutto; il 23 aprile 1945 il treno fu raggiunto dalle truppe sovietiche le quali, dopo aver tumulato altri 28 cadaveri presenti nel treno, lo convogliarono presso la piccola stazione ferroviaria del villaggio di Tröbitz dove fu allestito un ospedale da campo.
Su circa 2.500 deportati ebrei ammassati nel treno, oltre 200 di essi persero la vita durante il viaggio per tifo o malnutrizione e furono sepolti in prossimità della linea ferroviaria, nelle settimane successive al blocco del treno a Tröbitz altre 320 persone perirono di cachessia e altre malattie.
Salo de Jong era il cantore della Linaeus Shul di Amsterdam e inaugurò un nuovo stile di hazanuth nei Paesi Bassi, nel settembre 1943 fu trasferito a Westerbork e nel febbraio 1944 a Bergen-Belsen, la sera del Seder di Pesach ossia il 7 aprile 1944 cantò lui stesso l’intera Haggadà nello Sternlager del Campo; imbarcato sull’ultimo treno di Bergen-Belsen, de Jong morì di tifo a Tröbitz.
Nel 1943 Robert Emanuel Heilbut fu trasferito da Westerbork a Bergen-Belsen, stese brani musicali sul proprio Muziekboekje contrassegnando i pezzi in calce con la iniziale di Westerbork e la B iniziale di Bergen-Belsen; imbarcato sull’ultimo treno di Bergen-Belsen, Heilbut morì nel tratto ferroviario tra Finsterwalde e Falkenberg/Elster, la salma fu riportata al Lager (il suo nome è iscritto nel Gedenkboek 43 delle persone seppellite presso il Gedenkstätte Bergen-Belsen).
L’infermiere e musicista olandese Robbert Marcel Gosschalk fu trasferito a Bergen-Belsen con i genitori e il fratello, scrisse il canto Wir singen ein Schlager su melodia popolare olandese e testo proprio in lingua tedesca e olandese; imbarcato sull’ultimo treno di Bergen-Belsen, morì di tifo il 26 aprile 1945 a Tröbitz, in base alle informazioni della Croce Rossa olandese è sepolto nella fossa comune ricavata presso l’ex miniera di lignite Hansa a sud di Tröbitz.
Come il famigerato treno del 16 ottobre 1944 partito dal binario tronco della Hamburger-Kaserne di Theresienstadt con destinazione Birkenau, l’ultimo treno di Bergen-Belsen era pieno di musicisti che non arrivarono più a destinazione; non ci abitueremo mai a tante perdite di vite e cervelli.
Dall’Orient Express ai mefitici treni notturni sovietici con i finestrini bloccati, dal treno del film Train de vie di Radu Mihăileanu che passava e ripassava dalle stesse stazioni per sfuggire alla Wehrmacht facendo impazzire i capistazione al leggendario treno di Harry Potter che partiva da una dimensione parallela tra due binari di una stazione terrestre di Londra; per giungere ai treni dei deportati, sia quelli che trasportavano uomini derubricati a bestiame che quelli destinati ai prigionieri di guerra con tanto di posto assegnato, tavoletta per scrivere (su queste tavolette nacquero Album d’images di René Herbin) e caffè distribuito alle fermate durante il trasferimento verso gli stalag e gli oflag.
C’è un treno per ogni viaggio e anche questi sono paradossi di guerre e deportazioni.

Chi di noi non ricorda il grande Totò nei panni dello squattrinato maestro di musica Antonio Scannagatti nel film Totò a colori del 1952 quando si intrufola in un teatro di burattini mimetizzandosi così perfettamente in Pinocchio (foto 1) da far impazzire suo cognato il quale, raggirato, lo inseguiva; con quel Pinocchio, Totò forgiava una delle pagine storiche della comicità italiana.
Pochi sanno che in quel film Totò si dinoccolava come un burattino sulla musica di un grande musicista ebreo morto sotto indicibili torture, il compositore e direttore d’orchestra Leon Jessel (foto 2); la sua operetta Schwarzwaldmädel e il Singspiel Des Königs Nachbarin divennero molto popolari ma il suo nome è oggi unanimemente conosciuto quale autore della famosa marcia Die Parade der Zinnsoldaten che negli Usa si diffuse con il titolo The Parade of the Tin Soldiers.
Tutti senza distinzione abbiamo ascoltato tante volte l’inconfondibile marcia della sfilata dei soldatini di piombo, i militari di tutte le forze armate di tradizione anglosassone e dei Paesi del Commonwealth hanno creato spettacoli meravigliosi sulle note della celebre marcia di Jessel; quest’ultimo, con l’ascesa al potere del nazionalsocialismo, provò in tutti i modi a salvare la professione e la vita (si convertì persino al cristianesimo) ma la sua musica cadde inesorabilmente sotto la scure del boicottaggio artistico e ne fu proibito l’allestimento delle opere, nel 1937 Jessel fu espulso dalla Reichsmusikkammer e fu vietata la distribuzione e registrazione fonografica delle sue opere.
Il 15 dicembre 1941 Jessel fu arrestato e consegnato alla Gestapo che torturava i prigionieri presso il Polizeipräsidium di Berlino, quel che accadde a Jessel nel tunnel del penitenziario è inenarrabile; il suo corpo a brandelli spirò nel gennaio 1942 presso lo Jüdisches Krankenhaus di Berlino.
Nell’epoca del cloud e alle porte dell’era dell’intelligenza artificiale con pen drive e dvd già diventati medioevo della comunicazione e il floppy disk miseramente retrocesso al paleolitico, il cervello umano funziona ancora come le cavernicole audiocassette e vhs dove sovrapponi quello che ti pare sulla precedente registrazione; quello che senti o vedi fa testo e del vecchio non c’è più traccia.
Cervelli brillanti incancreniti si sono trasformati in nastri magnetici, chi doveva ricordare ha dimenticato; noi siamo qui a far saltare in aria i chiavistelli dei vagoni del terzo treno di Bergen-Belsen (di piombo, come i soldatini di Jessel) nella speranza di trovarci ancora vita, respiro, musica.
Costruiremo i templi della memoria con mattoni impastati di malta musicale; andremo a ritmo di marcia dei soldatini di piombo di Jessel affinché nessuno di noi rimanga indietro.

Francesco Lotoro