EDITORIALE – Dal Rettore gli studenti aspettano garanzie, non «ripercussioni»

È confuso e anche un po’ minaccioso il messaggio consegnato dal chiarissimo rettore dell’Università di Pisa, professor Riccardo Zucchi, al quotidiano La Nazione – QN in un’intervista apparsa oggi sulla presa di posizione dell’ateneo pisano in ordine al conflitto mediorientale. Il senato accademico ha cancellato due accordi quadro con due università sioniste «accusate di sostenere la pulizia etnica», riporta il giornale. Poi le parole di Zucchi a smentire ogni accusa di pregiudizio o doppio standard. Intanto ricorda che «con altri atenei in Terra Santa (sic) contrari a quanto avviene abbiamo accordi in corso». E passi che Israele, fondato nel 1948, abbia dovuto aspettare fino al 1993 prima che la Santa Sede ne riconoscesse la natura di Stato smettendo di indicarlo solo come “Terra Santa”. Zucchi è medico e biochimico, mica storico, e poi gli israeliani non si offenderanno per così poco. Più oscuro il passaggio in cui il rettore prima si dice “rammaricato” del clima pesante denunciato da alcuni studenti israeliani iscritti a Pisa per poi aggiungere «finché durerà la tragedia a Gaza sarà impossibile pretendere l’assenza di ripercussioni». Chissà se a Pisa ci sono studenti siriani: in Siria Bashar Assad ha sterminato non meno di 600 mila suoi concittadini facendone scappare almeno 6 milioni. Nella logica del rettore anche gli studenti siriani si dovrebbero aspettare ripercussioni in ateneo ma speriamo che Zucchi sbagli e che il trattamento sia riservato solo agli ebrei, pardon ai sionisti… agli israeliani insomma. Anzi, speriamo che nessun collettivo si senta legittimato dal rettore a far sentire le proprie “ripercussioni” ad alcuno studente italiano o straniero; studente, non rappresentante di un governo. Vale anche la pena ricordare che l’incolpevole studente israeliano all’estero potrebbe essere arabo (musulmano o cristiano), druso, samaritano o circasso. A destare confusione poi è il passaggio in cui Zucchi rileva «la contraddizione tra l’enorme valore culturale, civile ed etico che il popolo ebraico ha trasmesso al mondo e quel che sta commettendo contro i palestinesi». Speriamo tanto che Zucchi e l’intervistatore si siano capiti male. Se no tocca immaginare che il chiarissimo rettore dell’ateneo pisano non sappia distinguere fra israeliani ed ebrei.
Daniel Mosseri