ISRAELE – Occupazione militare di Gaza, il paese si spacca

Dopo dieci ore di confronto e nonostante il parere contrario del capo di stato maggiore Eyal Zamir, il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato l’occupazione militare di Gaza. Occupazione, non annessione, ha spiegato il premier Benjamin Netanyahu in una intervista in cui ha annunciato di voler affidare il controllo della Striscia a forze arabe «che la governeranno correttamente, senza minacciarci». Cinque i principi del piano, ha informato l’ufficio del primo ministro: disarmo di Hamas, ritorno a casa degli ostaggi, quelli e quelli morti, smilitarizzazione della Striscia, controllo di sicurezza sulla medesima e istituzione infine di un’amministrazione civile alternativa «che non sia né Hamas né l’Autorità Nazionale Palestinese».
La scelta dell’esecutivo ha spaccato il paese. Per il forum dei familiari degli ostaggi, che ha promosso un sit-in nei pressi dell’abitazione del ministro della Difesa Israel Katz, si tratta di una «condanna a morte» per chi è ancora a Gaza, trattenuto nei tunnel dell’orrore da quasi 700 giorni. Per il leader dell’opposizione Yair Lapid è «un disastro che porterà a molti altri disastri», anche perché in «totale contraddizione con l’opinione dei vertici militari e di sicurezza». Secondo Lapid, ciò «è esattamente quel che Hamas voleva: Israele intrappolato nel territorio senza un obiettivo e senza definire il quadro del giorno dopo in un’occupazione inutile che nessuno capisce dove stia portando». Yair Golan, il leader dei Democratici, ha accusato Netanyahu di essere succube «del gruppo di messianici che controlla il governo».
Vari organismi e governi stanno intervenendo. «Israele fermi immediatamente il piano per la completa conquista militare di Gaza», ha scritto su X l’Alto commissario Onu per i Diritti umani, Volker Türk. Il governo tedesco, uno dei più vicini a Gerusalemme, ha comunicato che «la Germania non approverà, fino a nuovo avviso, l’esportazione verso Israele di equipaggiamento militare». Ad Amman, in Giordania, sono intanto arrivate cento tonnellate di aiuti dall’Italia. Nella giornata di sabato l’aeronautica militare italiana predisporrà il primo di una serie di aviolanci.