MEDIO ORIENTE – Eliminato Al-Sharif, reporter per al-Jazeera, comandante di Hamas per Israele

Per l’esercito israeliano Anas Al-Sharif non era solo il noto corrispondente della rete qatariota Al Jazeera, ma «un terrorista che operava sotto le spoglie di un giornalista» e un comandante di una cellula di Hamas incaricata di lanciare razzi contro civili israeliani e truppe delle Idf. Secondo i portavoce militari, documenti sequestrati a Gaza lo collegherebbero alla forza d’élite Nukhba del battaglione di Hamas a Est di Jabalia. «Un tesserino stampa non è uno scudo per il terrorismo», ha denunciato Tsahal.
Al Jazeera ha respinto le accuse definendole infondate e ha accusato Israele di colpire sistematicamente i propri reporter nella Striscia. Al-Sharif, 28 anni, è stato eliminato domenica notte in un attacco aereo nei pressi dell’ospedale Shifa, a Gaza City. Nell’operazione sono morti anche quattro giornalisti e due civili.
Negli scorsi mesi, due gazawi residenti negli Stati Uniti, Howidy Hamza e Ahmed Fouad Alkhatib, avevano pubblicamente criticato l’operato di Al-Sharif. Alkhatib, il 20 febbraio scorso, ha accusato il giornalista e alcuni cameraman di aver tentato di provocare un incidente di sicurezza nel corridoio di Netzarim su ordine di Hamas. Secondo la sua ricostruzione, il reporter di Al Jazeera avrebbe cercato di far volare un drone sopra le forze egiziane e americane per raccogliere informazioni e ispezionare l’area in vista di un possibile rilascio di ostaggi. L’episodio, poi diffuso da Al-Sharif sui social con toni di scherno verso i contractor statunitensi, rappresentava un comportamento «estremamente sconsiderato» che, a detta di Alkhatib, rischiava di compromettere il cessate il fuoco in quel momento in vigore nella Striscia.
Le critiche di Hamza risalgono invece a marzo, quando centinaia di civili gazawi hanno manifestato chiedendo la fine della guerra e le dimissioni di Hamas. Davanti alle telecamere gridavano: «Dov’è Anas? Dov’è Al Jazeera?», ma l’emittente qatariota aveva scelto di non dare copertura all’evento, secondo Hamza ignorando deliberatamente un momento raro di dissenso interno.
Sia Hamza che Alkhatib, pur avendo contestato Al-Sharif in passato, hanno condannato la sua uccisione. Sui social media entrambi sono stati attaccati da attivisti pro-palestinesi che li hanno accusati di aver «indirettamente» fornito a Israele un pretesto per colpire il reporter, descrivendoli come strumenti inconsapevoli o volontari di una campagna di delegittimazione. Entrambi hanno respinto le accuse, parlando della necessità di trasparenza e responsabilità giornalistica da parte di Al Jazeera.
Il 7 ottobre 2023 Al-Sharif sui suoi social aveva celebrato i massacri di Hamas: «Sono passate nove ore e gli eroi continuano a vagare per il paese uccidendo e catturando… Dio, Dio, quanto sei grande». In più occasioni il volto di Al Jazeera si era fatto immortalare assieme all’ex leader di Hamas e architetto del 7 ottobre, Yaya Sinwar, poi eliminato da Israele.