ISRAELE – Ben Gurion, Begin e l’attentato del ’57: la prima Knesset rivive in un museo

Al numero 24 di King George Street, nel cuore di Gerusalemme, sono nate alcune delle Leggi Fondamentali d’Israele. Qui fu approvata la storica Legge del Ritorno (5 luglio 1950). Qui il primo ministro David Ben Gurion si scontrò su innumerevoli argomenti con il leader dell’opposizione Menachem Begin. Per 16 anni, dal 1950 al 1966, Beit Frumin – nome dell’edificio in King George Street – fu la sede della Knesset e quindi il simbolo della democrazia israeliana. Oggi quel luogo, teatro nel 1957 di un attentato che avrebbe potuto decimare la leadership dello Stato ebraico, è stato restituito al pubblico in forma di museo: il Knesset Museum. «Questo è un edificio di importanza storica nazionale, dove leggi, dibattiti e discorsi hanno modellato l’identità dello Stato ebraico», ha sottolineato il presidente della Knesset, Amir Ohana, alla cerimonia di inaugurazione (nell’immagine, il taglio del nastro). «Restituirlo al pubblico come museo significa non solo preservare la memoria, ma rendere viva la storia della nostra democrazia, avvicinando le persone ai processi parlamentari e ai valori che ne sono alla base».
Durante l’inaugurazione il presidente Isaac Herzog, con accanto la moglie Michal, ha ricordato il ruolo della Knesset: «L’unica autorità eletta dal popolo. Per questo va difesa, preservandone l’indipendenza e garantendo che ogni voce possa essere ascoltata, anche quando è difficile farlo». Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha legato la cerimonia a un ricordo personale: «Da bambino lo guardavo da fuori, senza sapere che un giorno avrei avuto la possibilità di salvarlo dalla demolizione. Questo edificio, nel cuore della città, ha ricordato ogni giorno per sedici anni che il popolo è sovrano».

Quando Beit Frumin divenne la casa del parlamento
Secondo il sito ufficiale della Knesset, Beit Frumin nacque come progetto residenziale e commerciale, ma la presenza di un’ampia sala con galleria per il pubblico convinse le autorità, nel 1948, a sceglierlo come sede parlamentare e la prima riunione si tenne nel marzo 1950. Dopo il trasferimento della Knesset a Givat Ram nel 1966, l’edificio ospitò il ministero del Turismo, prima di essere venduto a un privato nel 2004. Solo la legge del 2010, la Knesset Museum Law, ne impedì la demolizione, imponendo la sua trasformazione in museo e dando avvio a un lungo restauro.
Oggi il Knesset Museum accoglie il pubblico con un plenum ricostruito, la sala del governo, la storica mensa parlamentare e installazioni interattive che consentono di rivivere momenti chiave della vita parlamentare. «Questo luogo sarà una pietra miliare nell’educare le future generazioni sugli eventi significativi a cui questo edificio ha assistito e sui processi storici che hanno plasmato lo stato d’Israele», ha dichiarato il direttore generale Moshe Edri, assicurando che il nuovo spazio «offrirà un’esperienza unica adatta a tutta la famiglia».

Lo scontro sulle riparazioni per la Shoah
Oltre ai ripercorre lavori e dibattiti parlamentari, nel museo si ricordano alcuni episodi che hanno segnato la storia del giovane paese. Uno è la protesta organizzata il 7 gennaio 1952 contro l’accordo di riparazioni con la Germania Ovest. Migliaia di manifestanti, guidati da Begin, si radunarono davanti a Beit Frumin mentre all’interno si discuteva l’intesa con Bonn, appena sette anni dopo la Shoah. La tensione salì rapidamente: volarono pietre, una delle quali colpì alla testa il deputato Hannan Rubin. Le finestre dell’aula vennero infrante e ci vollero cinque ore di scontri, centinaia di arresti e l’intervento massiccio della polizia per disperdere la folla.

L’attentato del ’57 e il legame con il 7 ottobre 2023
Ancor più grave fu l’attentato del 29 ottobre 1957, quando Moshe Duek, un uomo mentalmente instabile, lanciò una granata dalla galleria verso il tavolo del governo. L’esplosione ferì leggermente il primo ministro David Ben Gurion, il ministro degli Esteri Golda Meir e quello dei Trasporti Moshe Carmel. Ma le conseguenze più gravi le subì il ministro delle Religioni Moshe Shapira, ferito al ventre e alla testa dalle schegge. Shapira, dopo diversi interventi, guarì, ma l’episodio portò a un ripensamento della sicurezza delle sedi parlamentari e governativa.
La storia di quell’attentato è oggi raccontata nelle sale del Knesset Museum e, nel ricostruirla, i ricercatori hanno scoperto un intreccio doloroso con il presente. Aner Shapira, il giovane eroe che il 7 ottobre 2023, per sette volte, ha afferrato e respinto con le mani le granate lanciate dai terroristi di Hamas contro il bunker in cui si era rifugiato con altri al festival di Re’im – salvando vite fino a essere ucciso dall’ottava esplosione – era il pronipote del ministro ferito nel 1957. «La tragica coincidenza che unisce l’ottobre del 1957 all’ottobre del 2023», ha commentato Ohana, «è una testimonianza della forza delle radici sioniste della famiglia Shapira ed è un simbolo del legame inscindibile tra la generazione della rinascita e la generazione dell’eroismo del popolo ebraico».

Daniel Reichel

(Nell’immagine in alto, Menachem Begin durante una discussione alla Knesset alla presenza, tra gli altri, del primo ministro David Ben Gurion e di Golda Meir – Archivio della Knesset)