SPORT – Striscione a Udine su guerra, il calcio israeliano replica: «Uefa ipocrita»

Prima del fischio d’inizio tra Paris Saint-Germain e Tottenham, sul campo dello stadio di Udine uno striscione è stato srotolato in mezzo al campo: «Stop Killing Children. Stop Killing Civilians». Nove bambini rifugiati in Italia provenienti da zone di conflitto tra cui Afghanistan, Iraq, Nigeria, Ucraina e Gaza hanno partecipato alla cerimonia pre-partita. I due bambini palestinesi, in cura a Milano, hanno preso parte anche alla premiazione a fine gara. Un’iniziativa che in Israele ha sollevato più di una critica. «Questa è l’ipocrisia della Uefa: hanno completamente ignorato il massacro, lo stupro e l’omicidio di bambini in Israele. Dove erano il 7 ottobre?», ha commentato a ynet un rappresentante della Federazione Calcio israeliana, secondo cui i vertici dell’Uefa «hanno preso posizione, e questo è solo il primo passo. È solo l’inizio».
Il timore è che la spinta emotiva e politica internazionale possa trasformarsi in provvedimenti concreti nei confronti di Israele a livello sportivo. Provvedimenti chiesti esplicitamente in Italia da alcuni esponenti del Partito Democratico, come Mauro Berruto, che invocano l’esclusione di Israele dai tornei internazionali e la cancellazione della sfida di qualificazione ai Mondiali del 14 ottobre proprio a Udine contro l’Italia. Una linea respinta dal ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha ricordato come Israele sia stato aggredito, non aggressore, e come tutto sia partito dai massacri del 7 ottobre.
Per Yaniv Tuchman, giornalista sportivo di Maariv, il cartello esposto a Udine ieri sera «non significa, di per sé, un futuro diverso per il calcio israeliano», mentre «sono le azioni e il protrarsi della guerra a Gaza a poter determinare un cambiamento nelle relazioni con Israele». Tuchman sottolinea come ogni tentativo di danneggiare lo stato ebraico in sede UEFA abbia finora incontrato resistenza, grazie anche ai rapporti personali tra il presidente del calcio europeo, Aleksander Ceferin, e il presidente della Federcalcio israeliana, Shino Zuaretz. Un legame che, secondo fonti del giornalista, ha evitato scenari ben peggiori, come l’esclusione immediata dalle competizioni. Ma Tuchman avverte: «Ci sono questioni che superano le possibilità d’azione della federazione, legate alla politica e alle relazioni internazionali. Sarà l’evoluzione del conflitto a determinare il destino del calcio israeliano e a dire se si arriverà a uno scenario che nessuno desidera: l’esclusione dalle competizioni europee».