FRANCIA – Ilan Halimi, l’ulivo abbattuto e quell’omaggio di Plantu

«Quanto odio bisogna avere per abbattere un ulivo?». Se lo è chiesto Yonathan Arfi, il presidente del Consiglio rappresentativo degli ebrei francesi, commentando l’ultimo, inquietante episodio di antisemitismo avvenuto oltralpe: l’abbattimento nella periferia nord di Parigi di un albero in memoria di Ilan Halimi, un giovane ebreo francese che nel 2006 fu sequestrato per oltre tre settimane, torturato e assassinato da una banda capeggiata dall’estremista islamico Youssouf Fofana.
Sono passati quasi vent’anni da allora e, secondo Arfi, «la barbarie degli assassini della sua memoria non è minore di quella di coloro che gli hanno tolto la vita, gli antisemiti di oggi non sono migliori di quelli di ieri». L’episodio, avvenuto nel comune di Épinay-sur-Seine, ha suscitato varie reazioni a livello istituzionale. «È come volerlo uccidere una seconda volta», ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron. «Nessun crimine può sradicare la memoria», gli ha fatto eco il primo ministro François Bayrou. Sul posto si sono recati alcuni leader religiosi, in compagnia del gran rabbino del paese Haim Korsia. L’albero sarà presto ripiantato, ha fatto sapere il sindaco Hervé Chevreau. È stato lui per primo a dichiarare di «non avere dubbi» sulla matrice antisemita dell’atto, sul quale la procura sta indagando. A questa triste vicenda ha dedicato uno dei suoi ultimi disegni Jean Plantureux, in arte “Plantu”, uno dei più celebri disegnatori francesi, che non manca spesso di usare le sue vignette per criticare Israele. È un ulivo di nuovo rigoglioso il suo, con il nome di Ilan Halimi al centro del tronco e un cuore rosso. Per il rabbino Korsia, è degno di nota il fatto «che lo Stato, il municipio e i cittadini si stiano mobilitando per dire: non è stato abbattuto solo un albero, ma si sta cercando di sabotare un messaggio».