ISRAELE – Carri di Gedeone II, Idf pronte per l’operazione

Hamas tenta il rapimento di un soldato a Khan Yunis

«Una volta completata l’operazione, Gaza non sarà più quella di prima». Con queste parole il ministro della Difesa Israel Katz ha confermato l’approvazione del piano militare per la conquista di Gaza City, denominato Carri di Gedeone II. L’offensiva, che prevede l’impiego di cinque divisioni e fino a 130mila riservisti, è stata presentata al capo del governo Benjamin Netanyahu e deve passare il vaglio del gabinetto di sicurezza.
Secondo i piani dell’esercito, circa 60 mila riservisti riceveranno le prime convocazioni a settembre, mentre altre sono previste tra novembre e l’inizio del 2026. Il richiamo si aggiunge ai 20 mila già in servizio, il cui periodo di leva è stato prolungato di ulteriori 30-40 giorni. In parallelo sono in corso i preparativi per spostare la popolazione civile di Gaza City verso il sud della Striscia, con l’apertura di nuovi centri di distribuzione degli aiuti e l’allestimento di ospedali da campo in coordinamento con organizzazioni internazionali.
Proprio nel sud dell’enclave palestinese Hamas ha cercato di colpire l’esercito. Nelle scorse ore a Khan Yunis un commando di circa venti terroristi è emerso da un tunnel e ha tentato di assaltare un avamposto delle Idf. Ne è nato un combattimento corpo a corpo che si è concluso con l’uccisione di almeno dieci terroristi grazie all’intervento dei militari e di attacchi aerei mirati. Altri otto uomini di Hamas sono riusciti a fuggire nuovamente sottoterra.
Tre soldati israeliani del battaglione Nachshon sono rimasti feriti, uno in modo grave. Secondo la valutazione dell’esercito, l’obiettivo dei terroristi era un rapimento: uno degli assalitori trasportava una barella per sequestrare un militare. L’episodio ha ricordato agli ufficiali la vulnerabilità ancora esistente sul campo: «Un carro armato non dovrebbe trovarsi a distanza ravvicinata da un terrorista», ha commentato un ufficiale citato dal sito Walla. «Se succede significa che alcuni sistemi di sicurezza hanno ceduto».
L’attacco di Khan Yunis, durato circa un’ora, rappresenta una delle operazioni più audaci tentate da Hamas negli ultimi mesi, scrive il Jerusalem Post. Poche settimane fa un’altra cellula aveva cercato di tendere un’imboscata a un’unità di Tsahal nella stessa zona, senza riuscirci. Il tutto mentre i vertici politici del gruppo terroristico sostengono di volere un cessate il fuoco.
Sulla carta il negoziato è ancora in piedi e il Forum delle famiglie degli ostaggi, che pure richiede la liberazione simultanea di tutti i sequestrati, teme che la nuova operazione possa mettere a rischio le vite dei rapiti. «Approvare piani per occupare Gaza, mentre c’è un accordo sul tavolo, è una pugnalata al cuore delle famiglie», ha dichiarato il Forum, ricordando il precedente di Rafah, nel 2024, quando sei ostaggi sono stati uccisi da Hamas durante un’operazione delle Idf.