GERMANIA – Al campo di sterminio con la kefiah? Tribunale dice no

Se ti presenti alla cerimonia per l’anniversario della Liberazione di Buchenwald con una kefiah per «prendere posizione in modo visibile contro il sostegno all’attuale politica israeliana», il memoriale del lager nazista ha diritto a negarti l’accesso.
Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo superiore della Turingia, respingendo il ricorso di una donna che aveva indossato il foulard palestinese come gesto di protesta contro Israele e per questo le era stato negato l’ingresso. La decisione è definitiva e conferma una precedente sentenza del Tribunale amministrativo di Weimar.
Secondo i giudici, il memoriale non è tenuto a consentire l’uso della kefiah all’interno del suo perimetro quando ciò può «mettere a rischio il senso di sicurezza di molti ebrei ed ebree». La donna, fermata ad aprile in occasione dell’80° anniversario della liberazione del lager – dove tra il 1937 e il 1945, furono deportate circa 280mila e dove 11mila ebrei furono assassinati –, aveva dichiarato di voler esprimere la propria opposizione con un segno visibile, considerato però dai responsabili incompatibile con il carattere del luogo.
Il tribunale tedesco ha chiarito che la libertà di espressione della ricorrente non può prevalere sullo scopo della fondazione del memoriale, che è quello di preservare Buchenwald come luogo di memoria, lutto e riflessione critica sui crimini del nazismo.
La fondazione ha inoltre specificato di non considerare la kefiah un simbolo proibito in quanto tale. «Dipende dal contesto e da chi lo indossa» ha spiegato un portavoce, ricordando che l’accesso viene negato solo quando l’indumento viene usato come strumento di protesta o in combinazione con altri segni che relativizzano i crimini nazisti.