ISRAELE – Capo delle forze armate per intesa con Hamas, la valutazione del gabinetto di sicurezza

L’opzione dell’intesa con Hamas è ancora sul tavolo di Gerusalemme. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, riferiscono i media locali, ne discuterà nelle prossime ore con il suo gabinetto di sicurezza. Per il capo delle forze armate Eyal Zamir l’accordo resta la via più coerente con la situazione sul terreno: «Ora la palla è nelle mani di Netanyahu», ha affermato Zamir durante una visita alla base navale di Haifa, avvertendo che «c’è un grave pericolo per la vita degli ostaggi nel prendere il controllo della città di Gaza».
Un monito che risuona anche tra le famiglie dei rapiti, pronte a scendere in piazza domani per il secondo sciopero nazionale in poche settimane. Cinquanta ostaggi si trovano ancora nelle mani di Hamas, venti dei quali ritenuti vivi secondo le autorità israeliane. Le parole del presidente Usa Donald Trump, che ha ipotizzato un numero ancora più basso di sopravvissuti, hanno alimentato angoscia e proteste: i parenti chiedono al governo di concludere al più presto un accordo per salvare chi è ancora in vita.
Secondo l’emittente N12, entro le prossime 48 ore verrà deciso il luogo del nuovo round di negoziati, che potrebbe svolgersi in Europa o negli Emirati Arabi Uniti. Molti nodi restano però aperti, a partire dalla composizione della delegazione israeliana: il direttore del Mossad David Barnea, già protagonista dei round precedenti, potrebbe tornare al tavolo.
Il clima di incertezza si riflette anche sulla politica interna. Benny Gantz ha rilanciato la sua richiesta di un governo di unità nazionale con Netanyahu, sostenendo che la priorità non è più la prosecuzione del conflitto ma il ritorno degli ostaggi e l’approvazione della riforma della leva. «La pressione militare ha dato i suoi frutti, ora serve coraggio politico», ha dichiarato Gantz. Ma le altre forze d’opposizione respingono l’idea, mentre i partiti della destra radicale minacciano di far cadere la coalizione se il premier accetterà un compromesso con Hamas.
Sul fronte umanitario, l’esercito ha reso noto che aerei provenienti da Giordania, Emirati Arabi Uniti, Germania e Indonesia hanno lanciato oggi 116 pallet di aiuti sulla Striscia, ciascuno contenente diverse centinaia di chili di cibo. La partecipazione dell’Indonesia, il paese con la più ampia popolazione musulmana al mondo e senza relazioni diplomatiche con Israele, è stata sottolineata dai media locali.
Sul terreno, mentre prosegue il piano per prendere il controllo di Gaza City, il generale Zamir ha ordinato un’indagine immediata sull’attacco che ha colpito l’ospedale Nasser di Khan Yunis, dove sarebbero morte almeno venti persone, tra cui cinque giornalisti. «L’esercito deplora qualsiasi danno arrecato a persone non coinvolte e non dirige in alcun modo attacchi contro i giornalisti in quanto tali, e sta lavorando il più possibile per ridurre al minimo i danni nei loro confronti, pur mantenendo la sicurezza delle nostre forze», ha reso noto il portavoce delle Idf.

(Foto Ufficio del primo ministro israeliano)