FIRENZE – Un mini-Balagan «per ribadire il nostro ruolo nella città»

A metà giugno la Comunità ebraica di Firenze era sul punto di annunciare il programma della 13esima edizione del Balagan Café, festival culturale che si svolge ogni estate nel giardino della sua sinagoga. Poi è scoppiata la guerra tra Israele e Iran, e la dirigenza comunitaria ha ritenuto che non ci fossero le condizioni giuste per tenere il giardino aperto, anche per le possibili ripercussioni del conflitto a livello di sicurezza.
L’estate sta finendo, il Medio Oriente resta in fiamme, ma la notizia è che la Comunità ha deciso comunque di organizzare un mini-Balagan in due serate. Perché, come racconta a Pagine Ebraiche il suo presidente Enrico Fink, che del festival è l’ideatore e direttore artistico sin dal 2013, «per noi è importante ribadire, in una città in cui c’è un dialogo forte con istituzioni e associazioni di ogni tipo, che la Comunità ebraica non si sottrae al suo compito; il nostro giardino è un simbolo ed è una porta che resta aperta, pur in misura ridotta rispetto alle aspettative, anche in questo periodo difficile». Due come detto gli appuntamenti in programma: giovedì 28 agosto, a partire dalle 19.30, il Balagan accoglierà il suo pubblico con la consueta degustazione di cibi della tradizione ebraica, seguita da un concerto in memoria del violinista israeliano Robert Mozes da poco scomparso e da una performance musicale del Niglos Trio; il giovedì successivo l’ospite sarà invece l’artista napoletano Raiz, in veste questa volta di scrittore, che parlerà del suo libro Il bacio di Brianna (ed. Mondadori) la cui vicenda si snoda tra il Senegal, Napoli, Milano, Londra e Tel Aviv. Al successivo momento musicale, che concluderà la serata, prenderà parte lo stesso Fink. Come è ormai consuetudine, ricorda il presidente degli ebrei fiorentini, «il Balagan sarà anche quest’anno un ponte verso la Giornata della Cultura Ebraica: si parlerà del tema di quest’anno, dei libri, di musica e di cultura in molte declinazioni, mantenendo viva la vocazione all’incontro del nostro giardino e più in generale di questa Comunità». Una Comunità «che è dentro la sua città e cerca ostinatamente le parole dell’incontro e del dialogo». È una delle ragioni, come si legge nell’invito rivolto dal Balagan ai fiorentini, «per stare insieme sotto l’ombra del cupolone verde, la magnifica sinagoga di Firenze».