MEDICINA – Tornare a vedere, la missione israeliana in Etiopia

Per sei giorni in alcune città della regione di Amara, in Etiopia, poco dopo l’alba, davanti a chiese, scuole e tende riadattate in ambulatori si sono formate lunghe code. Decine di pazienti si sono messi in fila per ore per una visita oculistica, spesso la prima della loro vita. In meno di una settimana, in 1.600 hanno ricevuto le cure necessarie.
A coordinare l’intervento è stato il professor Morris Hartstein, chirurgo oculoplastico dello Shamir Medical Center in Israele, insieme alla ong israeliana Operation Ethiopia, fondata da Hartstein e dalla moglie Alisa nel 2014. La missione ha coinvolto sfollati interni, persone con disabilità, orfani e anche membri della piccola comunità ebraica etiope.
Le attività si sono concentrate in quattro aree: campi profughi nei pressi di Debre Berhan, il centro di assistenza della missione Madre Teresa, il Mekedonia Center per persone con disabilità e strutture della comunità ebraica locale. Il team ha distribuito oltre 440 paia di occhiali e 654 confezioni di farmaci oftalmici, donate da Israele e da una rete internazionale di comunità ebraiche.
«All’estero, molte di queste patologie si curano con semplicità. Ma qui non ci sono medici, né strumenti», ha spiegato Hartstein al Jerusalem Post. «Nelle missioni precedenti, abbiamo incontrato pazienti che avevano perso la vista per infezioni, cataratte o malattie prevenibili. Ci è sembrato doveroso tornare, anno dopo anno per dare il nostro contributo».
Alla missione hanno preso parte anche specializzandi in oftalmologia provenienti dai centri medici Shamir, Beilinson e Meir, oltre a dieci volontari. Le visite si sono svolte in ambulatori spesso improvvisati in tende. «Abbiamo esaminato centinaia di pazienti al giorno», ha raccontato Alisa Hartstein. «Ci sono bambini che non hanno mai avuto accesso a un medico. La gratitudine che abbiamo visto è difficile da descrivere».
Una bambina di 11 anni ha ricevuto i suoi primi occhiali: dopo averli indossati ha iniziato a ridere, poi a piangere. Più tardi, ha riconosciuto Hartstein per strada e lo ha abbracciato. Un uomo anziano ha invece benedetto l’équipe in lingua amarica dopo aver riacquistato la vista grazie all’intervento dei medici.
Oltre alle visite, il team israeliano ha formato operatori sanitari etiopi e collaborato con colleghi locali, alcuni dei quali si erano specializzati in Israele. L’obiettivo, spiegano da Operation Ethiopia, è costruire competenze sul territorio e realizzare un sistema di assistenza locale a sostenibile nel tempo. «Il nostro lavoro non finisce con le missioni», ha affermato Hartstein. «Formiamo medici locali e portiamo con noi strumenti, farmaci e conoscenze. È un lavoro lungo, ma necessario». 

(Foto Operation Ethiopia)