MEDIO ORIENTE – Rubio-Sa’ar, «impegno incrollabile» contro Iran e Hamas

Un incontro «molto positivo», che per l’amministrazione americana ha rappresentato l’occasione per ribadire il proprio «impegno incrollabile per la sicurezza di Israele». Così il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha definito il faccia a faccia avuto a Washington con il segretario di Stato Usa Marco Rubio, a poche settimane dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Al centro del colloquio, ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato, Tommy Pigott, ci sono state le principali crisi della regione: Gaza, Libano, Siria. Ma il dossier iraniano resta il nodo centrale. Rubio ha sottolineato la necessità di «contrastare l’influenza maligna dell’Iran», una posizione condivisa dal governo israeliano, che parla di «cooperazione senza precedenti» per contenere la minaccia nucleare di Teheran.
Nella dichiarazione a margine dell’incontro, Sa’ar ha ringraziato Rubio per il sostegno personale e per quello dell’amministrazione Trump, definito «chiaro, coerente, e fondamentale per la stabilità regionale». Il capo della diplomazia israeliana ha escluso ancora una volta la nascita di uno Stato palestinese: «Non ce ne sarà uno», ha ribadito ai giornalisti presenti.
Israele e Stati Uniti, si legge nella nota congiunta, hanno concordato sulla necessità di una stretta cooperazione per affrontare non solo Hamas e l’Iran, ma anche «le iniziative anti-israeliane sulla scena internazionale». Tra i temi toccati anche la questione dello “snapback”, il meccanismo previsto dall’accordo sul nucleare del 2015 per il ripristino automatico delle sanzioni Onu in caso di violazioni da parte dell’Iran. Su questo punto, Gran Bretagna, Francia e Germania – il cosiddetto gruppo E3 – hanno notificato al Consiglio di Sicurezza l’attivazione formale della procedura, dopo il fallimento degli ultimi colloqui con Teheran e a due mesi dal bombardamento degli impianti nucleari iraniani da parte di Israele e Stati Uniti.
Secondo l’E3, l’Iran non ha fornito garanzie sufficienti sul proprio programma nucleare. Teheran ha reagito, promettendo una risposta «dura» in caso di ripristino delle sanzioni.
Il tutto avviene a ridosso delle prossime discussioni all’Onu, dove alcuni paesi, tra cui la Francia, intendono riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese, una mossa che Israele giudica ostile.