UCEI – La Giornata del Libro, porte aperte alla cultura

Oltre 100 località hanno aderito in Italia alla Giornata Europea della Cultura Ebraica (Gece), in programma domenica 14 settembre con tema “Il popolo del libro” e città capofila la lombarda Soncino (CR), dove nel 1488 venne stampata la prima Bibbia ebraica completa di vocalizzazione.
L’argomento, spiega l’Ucei in una nota, è stato scelto anche per richiamare «le radici comuni tra ebraismo, cristianesimo e islam, aprendo prospettive di dialogo interreligioso e interculturale, tanto più urgenti nel clima attuale di radicalizzazioni e conflitti, nel quale la conoscenza autentica e lo studio diventano anche atto di responsabilità sociale». Per l’occasione a Soncino sarà inaugurata una mostra, “Ex Libris-Libri d’autore”, con il coinvolgimento di artisti italiani che hanno trasformato alcuni libri di scrittori israeliani in oggetti artistici, mentre nel corso della cerimonia inaugurale sono previste la stampa e l’annullo postale della prima pagina della Bibbia Soncino e si discuterà poi in alcuni panel di “principio d’uguaglianza”, “sapori dei precetti” e “religioni come patrimonio dei popoli”. In un viaggio tra canti e racconti sarà inoltre tracciata una linea “dalla cetra di Davide alla chitarra di Leonard Cohen” e si parlerà anche di libri ebraici “dalle antiche stamperie alle case editrici moderne”.
“Da Sion uscirà la legge e la parola del Signore da Soncino”, si legge in una marca topografica di quella storica Bibbia, a indicare la progressività del cammino e il patto tra generazioni al centro degli eventi Gece su tutto il territorio. «Quello ebraico non è il “popolo del Libro”, ma il “popolo dell’interpretazione del Libro”. Niente è più dinamico del Sefer Torà, che cammina con gli uomini che lo mettono in pratica e lo studiano», scrive in una riflessione sul sito della Giornata il docente di pensiero ebraico Massimo Giuliani. «Per questo, prima e dopo la lettura, il Sefer fa un giro simbolico in mezzo al popolo ebraico, che gli stringe attorno come fosse un etz chayim, un albero di vita». Sono consapevolezze che si radicano nel tempo, attraverso lo studio e il confronto delle idee: uno dei pilastri dell’ebraismo. Come ricorda rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Formazione e Cultura dell’Ucei, «la Torà scritta non può esistere senza la guida interpretativa della tradizione orale» perché di fatto, senza un filo conduttore, la sua ricchezza diventerebbe «un mosaico frammentato, incapace di offrire un orizzonte comune».