CALCIO – Čeferin (Uefa) contro il boicottaggio politico degli atleti

Per “ragioni di sicurezza” sgarbo della Norvegia alla nazionale israeliana

«Non sono un sostenitore della messa al bando degli atleti. Cosa può fare un atleta al proprio governo per fermare la guerra? È molto, molto difficile». Lo sloveno Aleksander Čeferin, numero uno della Uefa, il massimo organismo del calcio europeo, risponde ad alcune domande di Politico sulle richieste di boicottaggio anti-israeliano nel mondo dello sport e del pallone. Una tematica che investe in primo luogo l’Uefa, alla quale lo stato ebraico è affiliato dal 1994. Nell’intervista con Politico, Čeferin non risparmia critiche molto dure a Israele e si dichiara «colpito personalmente» per la sofferenza dei gazawi, ma sembra chiudere a ogni iniziativa escludente. Ceferin si esprime anche sullo striscione “Stop Killing Children, Stop Killing Civilians” esposto prima della finale di Supercoppa europea tra Paris Saint Germain e Tottenham, disputata a metà agosto allo stadio Friuli di Udine. Per Ceferin, «chiunque pensi che “Smettete di uccidere i bambini, smettete di uccidere i civili” sia un messaggio politico è un idiota». Allo stadio Friuli, come noto, è in programma il 14 ottobre prossimo la partita tra Italia e Israele per la qualificazione ai Mondiali del 2026. Le due nazionali si sfideranno una prima volta lunedì prossimo, l’8 settembre, sul neutro ungherese di Debrecen. In palio c’è un posto nei playoff.
Tre giorni prima della partita di Udine, la squadra israeliana sarà impegnata in trasferta contro la Norvegia capolista del girone. Una gara resa ancora più insidiosa dalla decisione delle autorità locali di consentire l’ingresso nel paese solo dal giorno prima, penalizzando così gli ospiti, per quelle che sono state presentate come «ragioni di sicurezza». Anche attorno a quella partita si respira già da settimane un clima pesante: la Federcalcio norvegese ha annunciato l’intenzione di devolvere l’incasso della partita a un’associazione umanitaria che opera a Gaza, mentre dal suo canto quella israeliana ha replicato stizzita invocando massima attenzione affinché i fondi raccolti non finiscano nelle mani di Hamas.