GAZA – Per il governo di Londra non c’è un genocidio

Israele non sta commettendo un genocidio a Gaza. Lo ha messo nero su bianco il governo laburista britannico in una lettera firmata dall’ex ministro degli Esteri David Lammy e inviata a una commissione parlamentare lo scorso 1° settembre. Nel documento, visionato dal Times, Lammy ribadisce la linea ufficiale di Londra: a Gaza non emergono prove di quell’«intento specifico» che, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite, è necessario per configurare il crimine di genocidio. Un crimine che «si verifica solo quando esiste una specifica intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Il governo non ha concluso che Israele stia agendo con tale intento», ha chiarito l’ex capo della diplomazia britannica, rispondendo a una richiesta di chiarimenti sulla vendita di componenti destinati ai caccia F-35 utilizzati dall’aviazione israeliana.
La missiva è stata inviata da Lammy pochi giorni prima di lasciare l’incarico dal Foreign Office a seguito del rimpasto deciso dal premier Keir Starmer, dopo le dimissioni dell’ex vice premier Angela Rayner. Lammy non è uscito di scena, ma ha assunto il doppio incarico di vicepremier e guida del ministero della Giustizia, lasciando gli Esteri a Yvette Cooper. Un cambio che ha portato Shabana Mahmood, stretta collaboratrice di Starmer, al ministero dell’Interno. Mahmood è diventata così la prima donna musulmana nella storia del governo britannico a ricoprire un ruolo di tale peso. Nata a Birmingham da genitori pachistani, deputata dal 2010, l’avvocata Mahmood ha sostenuto in passato la causa palestinese, ma ha anche condannato l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Il rimpasto della squadra di governo è arrivato proprio mentre Londra si prepara a un passo di rottura con Israele sul fronte internazionale: il riconoscimento alla prossima Assemblea Generale dell’Onu dello stato palestinese. Una mossa che ha fatto infuriare Gerusalemme, che l’ha definita un «premio ai terroristi di Hamas».
In questo clima diplomatico segnato da tensioni atterrerà domani a Londra il presidente israeliano Isaac Herzog, per una visita di tre giorni. Invitato da organizzazioni ebraiche, Herzog parlerà di antisemitismo, ma affronterà anche i nodi della guerra a Gaza e le frizioni con l’alleato storico britannico. «Vengo a portare solidarietà alla nostra comunità e a lavorare per il rilascio degli ostaggi», ha ribadito il presidente israeliano prima della partenza. A Londra dovrebbe avere un faccia a faccia con Starmer. Secondo il Guardian, alcuni parlamentari laburisti hanno esortato il primo ministro e altri membri del governo a evitare di incontrare Herzog a causa della guerra in corso a Gaza. Starmer non ha esitato a ricevere a Downing Street il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, con cui 24 ore fa ha discusso della situazione a Gaza e delle prospettive di riconoscimento dello Stato palestinese.
d.r.