USA – Assassinio Kirk, mondo ebraico denuncia «orribile atto di violenza politica»

L’assassinio dell’attivista d’area conservatrice Charlie Kirk, rimasto ucciso da un colpo d’arma da fuoco mentre stava intervenendo alla Utah Valley University, scuote gli Usa. “Charlie Kirk, conservative activist who considered himself a defender of Jews and Israel, is dead at 31”, titola la Jewish Telegraphic Agency, ricordando “il difensore degli ebrei e di Israele” e dando conto delle prime reazioni nel mondo ebraico. Tra le altre la Jewish Federations of North America si dichiara “sconvolta” e in una nota afferma che «la violenza politica non ha posto nella nostra democrazia». Jonathan Greenblatt, il numero uno della Anti-Defamation League (Adl), scrive su X che l’omicidio di Kirk «è terrificante». Nel condannare la violenza omicida di cui è stato vittima, Greenblatt rivolge le «più sentite condoglianze» alla famiglia e annuncia l’impegno della ong ebraica contro l’odio a monitorare la situazione. Sul Times of Israel, il rabbino modern orthodox Pinchas Allouche, che opera a Scottsdale in Arizona, racconta della loro amicizia: «Parlavamo spesso di Dio, che lui amava; dei nostri valori giudaico-cristiani, che lui difendeva; dell’America, che adorava; di Israele e del popolo ebraico, che lui amava profondamente; e della condizione della nostra gioventù, per la quale lui si prendeva così profondamente cura». L’Orthodox Union, ente di riferimento dell’ebraismo ortodosso, sottolinea che «questo è il momento per la nostra nazione di rafforzare i suoi legami interni, commemorando la devastazione causata all’America dai nemici che continuano a minacciarci», un chiaro riferimento all’anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001. Invece di unirci, si legge in una nota, «abbiamo assistito a un altro orribile atto di violenza politica, un altro tentativo di fare a pezzi il nostro paese».
«La violenza politica non ha posto in questo paese. Non c’è ragione, scusa, visione politica e questione che giustifichi la violenza contro un concittadino americano», ricorda la Republican Jewish Coalition in un comunicato. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato tra i primi a reagire: «Charlie Kirk è stato assassinato per aver detto la verità e difeso la libertà. Amico incrollabile di Israele, ha combattuto le menzogne e si è fatto paladino della civiltà giudaico-cristiana». Kirk, un cristiano evangelico e fervente sostenitore di Donald Trump, ha sempre rivendicato la sua vicinanza allo stato ebraico. Ma è stato spesso accusato di antisemitismo «mentre saliva alla ribalta come fondatore di Turning Point Usa», riporta tra gli altri The Forward. Ad aprile «ha sostenuto che gli ebrei negano la loro bianchezza» e li ha per questo accusati di «odio anti-bianco».