GECE – Milano, rav Arbib: «Leggere per capire la complessità del mondo»

«Un libro è un tentativo di approfondire, di vedere il mondo da più punti di vista, di interpretare i fatti attraverso più sfaccettature». Una complessità di lettura che sembra essersi persa, ha affermato con amarezza il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, aprendo presso laf sinagoga centrale della città l’ultima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica dal titolo Il popolo del libro. «Non siamo in un momento difficile, siamo in un momento che per alcuni aspetti è allucinante. Viviamo molto male quello che sta succedendo», ha scandito, riferendosi al clima segnato dal conflitto in Medio Oriente e dall’ondata di antisemitismo che ne è seguita.
Sulla stessa linea il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che ha ringraziato «tutte le persone che hanno dimostrato vicinanza in questo momento drammatico». Per Meghnagi «è importante conoscersi, scambiare idee, opinioni. La cultura è l’antidoto contro l’antisemitismo».
Il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Milo Hasbani, ha sottolineato come il contesto attorno alla Giornata della cultura ebraica sia radicalmente cambiato: «Negli ultimi 25 anni ho sempre ribadito che in Italia non abbiamo mai sentito l’antisemitismo rispetto agli altri europei. Ora tutto è cambiato. Chiedo ai politici e ai giornalisti di raccontare le cose come stanno».
Sul significato del programma si è soffermata l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano, Sara Modena, ricordando come «parlare del “Popolo del Libro” significhi raccontare millenni di storia di tutto il popolo di Israele, dalla Torah a Franz Kafka, da Primo Levi fino alla letteratura dei giorni nostri».
A fare il punto sulle tensioni attuali è stato il confronto a più voci “Il nuovo rifiuto di Israele”, con rav Arbib tra i protagonisti, al centro del dibattito sul ritorno dell’antisemitismo in chiave anti-Israele
La giornata è poi proseguita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia con l’incontro “La cultura dell’odio”, in cui la giornalista Fiamma Nirenstein, a colloquio con Davide Romano, ha denunciato «una marea di fake news» che alimentano la narrazione di Israele come paese genocida, cancellandone la realtà di democrazia che combatte «una guerra di sopravvivenza». «Oggi siamo di fronte a qualcosa di stupefacente: la cultura che dovrebbe combattere l’odio, in troppi casi lo alimenta», ha aggiunto la giornalista.
Il programma prosegue con altre iniziative al Museo della Scienza, tra cui l’incontro con il giornalista Maurizio Molinari sui libri come argine all’intolleranza; la presentazione della Biblioteca nazionale d’Israele con collegamento da Gerusalemme; il dibattito su “La letteratura israeliana tradotta in tutto il mondo” con lo scrittore e drammaturgo Roy Chen e la traduttrice Anna Linda Callow.

d.r.

(Nell’immagine, il giornalista Paolo Salom presenta l’incontro “Il nuovo rifiuto di Israele” in sinagoga centrale a Milano)