GECE – Soncino città capofila, Di Segni (UCEI): «Scriviamo insieme una pagina di convivenza»

In piazza a Soncino, davanti al municipio, un torchio del ’700 ha riportato alla luce la prima pagina della Bibbia Soncino. Una stampa simbolica per rievocare l’impresa compiuta oltre cinque secoli fa dalla famiglia di tipografi che da questo borgo prese il nome. In parallelo, un annullo filatelico speciale dedicato alla Giornata Europea della Cultura Ebraica ha accompagnato l’inaugurazione della XXVI edizione della manifestazione.
«Non siamo solo Shoah, persecuzione e antisemitismo. Siamo cultura millenaria, ancora viva oggi», ha sottolineato la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni (qui l’intervento integrale), aprendo la giornata. Parole risuonate a Soncino, città capofila di questa edizione dal titolo “Il popolo del libro”, scelta dall’Ucei per il legame profondo con la storia della stampa ebraica. Di Segni ha ricordato come l’identità ebraica nasca attorno al testo biblico, «un racconto di popolo che diventa anche codice di vita, regole, valori universali», e come solo «attraverso i percorsi di convivenza culturale si riesca a recuperare fiducia, alzare lo sguardo dal passato e rivolgerlo al futuro».
La Giornata, promossa a livello europeo dall’AEPJ, coinvolge oltre cento località italiane, con sinagoghe, musei e quartieri ebraici aperti al pubblico insieme a mostre, concerti, visite guidate e laboratori. Nel suo intervento, la presidente Ucei ha richiamato il valore del libro come strumento di trasmissione e il pericolo di incitarne la distruzione: «Quando i rotoli della Torah, il Talmud e i libri ebraici si bruciano, come abbiamo imparato nei momenti più bui della nostra storia, si avvia il peggio e il pensiero distruttivo si traduce in atti persecutori e di sterminio. Forse per traslazione anche quando “semplicemente” si boicottano libri ed autori ebraici. Quando invece i libri si stampano, si leggono, si custodiscono nei secoli, e si tramandano allora si dona uno stimolo alla vita, alla curiosità verso l’altro e alla elaborazione del pensiero, anche quello critico».
Un messaggio raccolto anche dall’assessore Ucei con delega alla Giornata, Gadi Schoenheit, e dal direttore dell’Unar Mattia Peradotto. Quest’ultimo ha invitato a riflettere non solo sulla centralità del libro nella tradizione ebraica, «ma anche sul libro come ponte tra culture diverse». Per il sindaco Gabriele Gallina la ricorrenza è stata invece l’occasione per «richiamare l’attenzione su uno dei nostri gioielli: il nostro Museo della Stampa».
«Siamo molto orgogliosi di essere la città capofila» ha fatto eco Giuseppe Cavalli, responsabile del Museo, sottolineando il valore di un patrimonio che lega la storia della tipografia al borgo lombardo. Le vicende degli stampatori ebrei «sono un simbolo della millenaria storia ebraica, e dell’incontro tra il mondo ebraico e le culture dei territori», ha commentato Schoenheit.
Vicende che, per il presidente della provincia di Cremona Roberto Mariani, «ricordano come l’ebraismo sia parte integrante del nostro patrimonio nazionale, da tutelare, diffondere e approfondire».
Accanto alla cerimonia inaugurale, Soncino ospita un ampio programma di appuntamenti: al mattino il confronto Da Soncino a Giuntina – I libri ebraici dalle antiche stamperie alle case editrici moderne, seguito da letture e commenti biblici; nel pomeriggio laboratori, musica, visite guidate al Museo della Stampa e spazi dedicati all’arte della scrittura e della rilegatura.
E in merito alla stampa e al rapporto con il testo biblico, la presidente Di Segni ha ricordato: «Non abbiamo il copyright sulla Bibbia, ma il diritto a vederne rispettata l’autenticità. I libri sono specchio dell’identità individuale e collettiva: scrivere, leggere e condividerli – che siano su pergamena, stampati a Soncino o in formato digitale – è una responsabilità. Significa capire dove vogliamo andare».
Lo sguardo si è poi rivolto al calendario ebraico e a Rosh HaShannah (il capodanno), «un giorno di giudizio universale, nel quale siamo chiamati a ragionare sui nostri comportamenti e chiedere perdono». Nelle preghiere, ha aggiunto Di Segni, «il riferimento alla scrittura nel libro della vita ricorre come idea di accoglienza delle nostre preghiere, con quella penna che tiene in mano il nostro D-o per continuare a scrivere il futuro del suo e degli altri popoli».
In chiusura un appello: «Scriviamo allora insieme oggi una pagina di convivenza e conoscenza che non rimanga mezza vuota, ma che diventi una seconda e una terza, dando qui a Soncino l’esempio di scrittura condivisa che traduce valori e trasmette desiderio di pace, fiducia nel futuro».
Daniel Reichel