SAN NICANDRO GARGANICO – Inaugurata in sinagoga la biblioteca Alfredo Ravenna

«Nel 1930, nella notte tra il 10 e l’11 agosto, ho avuto una visione: mi trovavo nell’oscurità e sentivo una voce che mi diceva: “Ecco, vi porto una luce”».
Prese le mosse da questa visione la “nuova vita” di Donato Manduzio (1885-1948), il fondatore della comunità ebraica di San Nicandro Garganico (FG) in Puglia. Una storia di “ebrei per scelta” senza alcun contatto fino a quel momento con l’ebraismo, convertitisi poi collettivamente nel Dopoguerra.
Un rabbino arrivato da Roma formalizzò quel processo, Alfredo Shelomò Ravenna (1899-1981). Ferrarese di nascita, formatosi a Firenze e nella capitale, fu in Gargano alla fine di luglio del 1946 e organizzò il rito di passaggio della circoncisione. Porta ora il suo nome la biblioteca di ebraismo inaugurata mercoledì sera nella sinagoga del comune pugliese nel corso di una cerimonia svoltasi alla presenza tra gli altri dei nipoti Elena e Yaakov Lattes, che hanno donato agli ebrei sannicandresi numerosi volumi della Rassegna Mensile di Israel, del vicepresidente della Comunità ebraica napoletana Sandro Temin e del rabbino capo del capoluogo campano Cesare Moscati.
«Ho avuto il privilegio di essere un suo allievo», sottolinea Moscati. «A parte la grande competenza, lo ricordo come un uomo dolce e simpatico. È stato emozionante onorarlo in un clima accogliente e caloroso come quello riservatoci». Concorda Temin: «Abbiamo sentito la vicinanza di tante persone toccate dalla sua storia, dal suo esempio e dalla personalità. Anche io ricordo il rav con molto affetto: era una presenza assidua in tante circostanze familiari». Lattes, che è docente allo Yaad Accademic College di Tel Aviv, ha rievocato nel suo intervento alcune tappe della sua carriera di rabbino e maestro e ricordato come anche durante l’occupazione nazista di Roma il rabbino Ravenna cercò di mantenere accesa, in clandestinità, una fiammella di ebraismo. Nei mesi successivi Ravenna sarebbe stato parte dell’equipe che, sotto la guida di Attilio Ascarelli, avrebbe dovuto riconoscere le salme e dare degna sepoltura alle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Nel corso della serata è stata svelata una targa commemorativa ed è stato trasmesso anche un video di Umberto Piperno, il rabbino capo di Livorno. Hanno inoltre preso la parola un ex preside di scuola e una insegnante, per testimoniare l’apprezzamento della società civile verso il piccolo ma vivace nucleo ebraico locale.