ISRAELE – Paura per gli ostaggi, Hamas sequestra gli aiuti Unicef

«All’improvviso ti dicono che stai per salire, fuori dai tunnel, e capisci esattamente cosa significa. Capisci che stai per diventare uno scudo umano». Sasha Troufanov (nell’immagine) sa bene cosa vuol dire essere nelle mani dei terroristi palestinesi mentre fuori avanzano i soldati israeliani. Per 498 giorni è stato, come ha spiegato all’emittente Kan, «merce di scambio» a disposizione della Jihad islamica «per fermare la conquista di Gaza o per esercitare pressione su Israele. Per me, è la situazione peggiore possibile». Troufanov, grazie alla mediazione russa, è tornato in libertà, ma oggi sottolinea la sua vicinanza ai 20 ostaggi ritenuti ancora in vita, trasformati in scudi umani per arginare l’operazione delle Idf contro Gaza City. «Israele non riceverà più prigionieri, né vivi né morti», hanno dichiarato i portavoce di Hamas mentre sulla sua ultima roccaforte si stringe l’offensiva israeliana. Le manovre, spiegano i media locali, sono rallentate nel tentativo di non danneggiare gli ostaggi. Ma le forze di sicurezza hanno ammesso di non aver localizzato i 48 rapiti israeliani, riporta il canale N12.
Sul terreno, le Idf hanno chiuso la strada Salah a-Din, corridoio di evacuazione verso sud aperto all’inizio della settimana. Resta percorribile solo la litoranea Rashid, lungo la quale già si sono diretti circa 480 mila civili su una popolazione iniziale di un milione, spiega il Cogat. «Per la vostra sicurezza unitevi a chi è già fuggito a sud e non permettete a Hamas di usarvi come scudi umani», ha dichiarato il portavoce militare Avichay Adraee. Il Cogat ha inoltre denunciato un altro episodio che conferma il controllo dei terroristi sugli aiuti: «Hamas ha requisito con la forza quattro camion dell’Unicef carichi di latte artificiale per neonati. Erano destinati gratuitamente a migliaia di bambini malnutriti, ma sono stati sottratti per trarne profitto. Ancora una volta, Hamas dimostra di non avere alcun interesse per il benessere della popolazione, ma solo per i propri scopi terroristici».
Oltre a Gaza, l’attenzione dei militari è rivolta anche verso il confine giordano, dove un autista di camion incaricato di trasportare aiuti umanitari destinati a Gaza ha ucciso giovedì mattina due soldati israeliani al valico di Allenby. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha visitato il luogo dell’attacco insieme ai vertici della difesa e al responsabile del Cogat. «Un incidente grave e difficile, da cui trarremo insegnamento», ha sottolineato, annunciando la sospensione del transito di convogli dalla Giordania fino al termine delle indagini e all’adozione di nuove misure di sicurezza. Zamir ha ribadito che, nonostante l’attentato, la cooperazione strategica con Amman resta «un pilastro per Israele».
Non è ancora chiaro se l’attentatore del valico di Allenby agisse per conto di una rete organizzata. Una rete invece c’era, ed è stata smantellata dalle forze israeliane nell’area di Ramallah. L’Idf e lo Shin Bet hanno fatto irruzione in un edificio legato a una cellula che aveva già tentato di lanciare un razzo rudimentale da Kafr Ni’ma. Tre sospetti sono stati arrestati dopo un breve scontro a fuoco. All’interno sono stati rinvenuti due razzi incompleti, decine di ordigni ed esplosivi, oltre a un tornio usato per la fabbricazione dei pezzi. Tutto il materiale è stato distrutto. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi dei gruppi palestinesi di lanciare razzi artigianali dalla Cisgiordania verso Israele, quasi sempre senza successo, sottolinea ynet.