TORINO – No all’ideologia in classe, la richiesta di Ucei e Comunità ebraica

No a eventi «parziali e divisivi» nelle scuole sulla guerra a Gaza e sul conflitto israele-palestinese. Lo chiedono Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) e Comunità ebraica di Torino, che hanno inviato in tal senso «formali segnalazioni» al ministero dell’Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e alla dirigenza del liceo cittadino Cavour dopo aver appreso dell’organizzazione in questa ultima sede, nella giornata di sabato 19 settembre, di un corso di formazione rivolto a tutto il personale docente e non docente della scuola pubblica piemontese sul tema “Lo specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi”.
Nonostante si presenti come una giornata di “approfondimento culturale”, Ucei e Comunità di Torino sottolineano in una nota come il programma dell’iniziativa, organizzata da “La Scuola per la pace Torino e Piemonte” in collaborazione con l’associazione “Scuola e Società”, appaia «fortemente sbilanciato e privo del necessario contraddittorio su un tema di estrema complessità e sensibilità», proponendo «una narrazione ideologicamente connotata e unilaterale, come si evince sia dai titoli di alcune relazioni (“L’Occidente e il nemico permanente”, “Genocidio”, “Memoria, resistenza e oppressione di genere”), sia dalla presenza tra i relatori di figure pubblicamente note per le loro posizioni radicali e divisive» come l’ex ambasciatrice Elena Basile e Omar Barghouti, fondatore del movimento BDS.
Tale impostazione «risulta incompatibile con i principi di equilibrio, pluralismo e rigore educativo che devono guidare ogni attività formativa all’interno del sistema scolastico», si sottolinea nel comunicato. Con un duplice rischio: non solo quello di trasmettere un’immagine distorta del conflitto mediorientale, ma anche quello di «contribuire alla diffusione di stereotipi, polarizzazioni e tensioni all’interno dell’ambiente scolastico». In mancanza di una sospensione, Ucei e Comunità di Torino hanno chiesto l’introduzione di «adeguati correttivi che possano riportare il corso su binari di equilibrio, trasparenza e responsabilità educativa».