ROSH HASHANÀ – Gli auguri del presidente Herzog per il ritorno degli ostaggi

Alla vigilia del nuovo anno ebraico, il 5786, il presidente d’Israele Isaac Herzog dichiara di essere pieno di «speranza e di fede». Un messaggio pronunciato in giorni di dolore e incertezza: la guerra a Gaza continua, decine di ostaggi israeliani restano nelle mani di Hamas e le tensioni internazionali crescono attorno al paese.
Nel suo intervento da Gerusalemme, Herzog ha parlato della sofferenza prodotta dai massacri del 7 ottobre e dalla guerra: «Così tanti tavoli festivi in Israele questa sera saranno vuoti, con le sedie rimaste senza i loro cari», ha sottolineato, rivolgendosi alle famiglie colpite dal conflitto e a chi da quasi due anni attende il ritorno dei rapiti. Ma ha ribadito anche la fiducia nella capacità d’Israele di affrontare il futuro: «Noi ci rialzeremo, cresceremo, guariremo e ricostruiremo. C’è qui una generazione straordinaria, con forze inimmaginabili, capace di edificare un domani migliore».
Il presidente ha rivolto un pensiero anche alle comunità ebraiche della diaspora, ricordando che «tutti gli ebrei hanno un posto e una voce in Israele». Ha ringraziato quanti, in tutto il mondo, hanno reagito «con coraggio» all’ondata di antisemitismo e hanno sostenuto lo stato ebraico nei mesi più bui. «So che non è stato un periodo facile per gli ebrei in nessuna parte del mondo. Il senso di isolamento, alienazione e estraneità che molti di voi hanno provato si è amplificato», ha affermato Herzog. «Ma diciamo le cose come stanno: la lotta di Israele è una lotta giusta. È una lotta in difesa del suo popolo e dell’intero mondo libero. Ecco perché siamo stati tutti chiamati a fare un passo avanti per difendere i valori e le norme fondamentali della nostra civiltà contro le ideologie estremiste e violente con cui Israele si è confrontato. E voglio dire che noi, il popolo ebraico in tutto il mondo e in Israele, abbiamo risposto a questa chiamata con notevole coraggio e dignità».
Le parole di Herzog arrivano in un momento di forte pressione internazionale. A New York, la Francia e l’Arabia Saudita hanno convocato un vertice per rilanciare la soluzione dei due stati, al quale parteciperanno decine di leader mondiali. Israele e Stati Uniti boicotteranno la conferenza, definita da Gerusalemme un «circo» e un «premio al terrorismo».
Diversi paesi europei e occidentali hanno già riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina, mentre altri sono pronti a farlo. «Il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di alcune nazioni è stato accolto con entusiasmo da Hamas. Questo non aiuterà nessun palestinese, non libererà alcun ostaggio e non ci avvicinerà ad alcun accordo tra israeliani e palestinesi. Incoraggerà soltanto le forze dell’oscurità», ha commentato il presidente.
Al di là dei contrasti con le cancellerie europee, Herzog ha concluso il suo messaggio con una preghiera rivolta agli israeliani e comunità ebraiche del mondo. «Insieme a voi, mie care sorelle e miei cari fratelli, spero che il prossimo Rosh Hashanà ci trovi attorno alle tavole della festa, con tutti i nostri fratelli rapiti tornati in patria. Che finisca l’anno con le sue maledizioni, e che inizi un anno con le sue benedizioni».