VENEZIA – Increspature ebraiche in mostra

Il museo d’arte ebraica italiana Umberto Nahon di Gerusalemme entra nel nuovo anno ebraico con una mostra dedicata a Venezia e alle sue molte suggestioni ebraiche. Ripples of Venice (Increspature veneziane), inaugurata negli scorsi giorni, affianca oggetti scelti della collezione permanente di Judaica ad alcuni progetti artistici realizzati durante periodi di residenza in laguna promossi dalla fondazione Beit Venezia – Casa della cultura ebraica.
«Venezia ebraica non riguarda solo Venezia stessa, ma tutto il mondo ebraico», afferma Shaul Bassi, professore di Letteratura inglese all’Università Ca’ Foscari e anima di Beit Venezia, che si dice grato «per l’opportunità offertaci dal direttore del museo Daniel Niv e dalla curatrice Dvora Liss» di elaborare due filoni «a noi particolarmente cari, mettendo in relazione passato e presente in un dialogo suggestivo e senza tempo». Da una parte la valorizzazione di progetti nati attorno ai libri a rimarcare la grande vivacità editoriale della Venezia ebraica attraverso i secoli, dall’altra lo sviluppo di una riflessione «sul cambiamento climatico» partendo dal concetto biblico di Mabul (diluvio) per arrivare alle sfide oggi affrontate in prima linea dalla città. La mostra sarà aperta fino ad aprile del prossimo anno. L’intenzione dei curatori, sottolineano in una nota, è celebrare «la creatività, l’apprendimento e la speranza che hanno sostenuto la vita ebraica attraverso le generazioni: una testimonianza vivente di resilienza, rinnovamento e del legame indissolubile tra la memoria collettiva ebraica e il futuro, sperando e pregando per tempi migliori». Beit Venezia prosegue intanto nel suo lavoro di stimolo e divulgazione. Uno dei progetti sulla quale la fondazione è impegnata, annuncia Bassi, è una graphic novel sulla figura di Sara Copio Sullam, animatrice nel Seicento di un cenacolo letterario che “ruppe” le barriere culturali imposte dalla Serenissima con il Ghetto.