CICLISMO – Squadra israeliana inaugura Casa dei Sogni in Rwanda

Sembra profilarsi una sfida a due per la vittoria del titolo mondiale di ciclismo nella prova su strada di domenica tra lo sloveno Tadej Pogacar campione in carica e il belga Remco Evenepoel fresco iridato della prova a cronometro. Nel movimentato tracciato di 267,5 chilometri con partenza e arrivo a Kigali, la capitale del Rwanda, potrebbe dire la sua anche l’Italia con Giulio Ciccone. Ma non di solo agonismo si parla in queste ore e al centro della bufera c’è ancora una volta la Israel Premier Tech, nel mirino dei propal che vorrebbero impedirne la partecipazione al prossimo Giro dell’Emilia e al tempo stesso messa sotto pressione dal proprio sponsor con una richiesta ufficiale: «La squadra evolva verso un nuovo nome che escluda la parola Israele, adottando una nuova identità e una nuova immagine del marchio».
Il clima è pesante e per respirare una boccata d’aria la dirigenza del team è dovuta volare proprio nella capitale ruandese, nel distretto di Bugesera, dove ha inaugurato la Casa dei Sogni. Si tratta dell’ultimo tassello di un centro sportivo-educativo per giovani ciclisti, interamente finanziato dal sodalizio israeliano. Nell’occasione il patron Sylvan Adams ha spiegato che 2mila giovani «frequentano questo centro ogni mese e ora, con la nuova Casa dei Sogni, se ne aggiungeranno altre migliaia». Adams ha definito lo sforzo «il nostro Tikkun Olam, un impegno per riparare il mondo». Alla cerimonia è intervenuto anche Serge Gasore, un sopravvissuto al genocidio ruandese, parte attiva dell’operazione. «Ciò che è accaduto davanti ai nostri occhi è la trasformazione che sognavamo: migliaia di bambini che vengono a pedalare e a crescere, sia come ciclisti che come esseri umani», ha dichiarato l’uomo. La scelta dell’area non è stata casuale, ha poi aggiunto: «Coloro che ci hanno massacrato interrompevano le uccisioni ogni giorno, alle 17. Andavano a mangiare e bere in un campo vicino fino al mattino successivo, quando riprendevano la loro terribile campagna. Il loro luogo di riposo era qui, nel campo dove ora abbiamo costruito la Casa dei Sogni. Ora è un luogo di speranza»

a.s.