LE REAZIONI – Forum familiari ostaggi: svolta storica, mondo eserciti pressioni su Hamas

Soddisfazione e speranza sono i sentimenti prevalenti tra gli aderenti al forum dei familiari degli ostaggi nelle mani di Hamas dopo il sì del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al piano Trump per Gaza e il Medio Oriente. Un messaggio di apprezzamento in tal senso è stato accompagnato dalla benedizione ebraica Shehecheyanu che si recita per celebrare esperienze nuove e gratificanti. «Dopo quasi due anni di inimmaginabile angoscia, ci troviamo di fronte a una svolta storica», si legge in una dichiarazione ufficiale in cui si manifesta gratitudine al presidente Usa «per il suo incrollabile impegno nei confronti delle nostre famiglie e dello Stato di Israele» e «per aver raggiunto ciò che cercavamo disperatamente dal 7 ottobre: ​​un accordo per riportare a casa tutti i nostri cari». A detta del forum, si tratta di «un accordo storico che permetterà al nostro popolo di guarire, porre fine alla guerra e tracciare un nuovo futuro per il Medio Oriente». In quest’ottica viene elogiato anche Netanyahu «per aver accettato l’iniziativa del presidente Trump» e lo si invita a «ordinare immediatamente la cessazione dei combattimenti a Gaza, che continuano a mettere a repentaglio il destino dei nostri ostaggi», esortando al tempo stesso i leader mondiali «a esercitare la massima pressione» affinché anche Hamas aderisca all’intesa. La svolta è stata salutata positivamente pure dal Forum Tikva, che rappresenta anch’esso alcuni familiari di ostaggi, con posizioni più vicine all’esecutivo. «Manteniamo la promessa odierna di continuare l’azione militare fino al completamento della missione, con la totale distruzione delle capacità di Hamas», si legge in una nota di sostegno alle parole di Trump e Netanyahu. «A due anni dall’inizio di questa guerra giusta e necessaria, ricordiamo i caduti, che erano una bussola morale per tutto il popolo d’Israele. Continueremo ad accogliere i feriti, a sostenere le famiglie e a sostenere i combattenti finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa». Plaudono anche molte organizzazioni ebraiche. «L’annuncio alla Casa Bianca rappresenta un momento di portata storica», ha dichiarato tra gli altri Ronald Lauder, il presidente del World Jewish Congress, secondo il quale «il piano elaborato dagli Usa, concordato da Israele e condiviso con i principali partner internazionali, segna il primo percorso credibile verso la fine del ciclo di violenza che ha attanagliato la regione dal brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre». Per la prima volta, afferma Lauder, «esiste un quadro chiaro che garantisce la liberazione di tutti gli ostaggi, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione di Gaza e la salvaguardia della sicurezza di Israele». Si apre poi per i palestinesi la possibilità di vivere «liberi da un regime terroristico radicale che gli ha portato solo miseria e distruzione», insiste Lauder. Per lo European Jewish Congress (Ejc), la tabella di marcia tracciata dal piano «offre un percorso concreto verso la fine del conflitto, fornendo al contempo solide garanzie per la sicurezza di Israele e misure risolute contro il terrorismo e l’estremismo». Secondo l’organismo continentale presieduto da Moshe Kantor, «è essenziale che questo piano venga rispettato, poiché rappresenta un passo fondamentale verso una pace e una stabilità durature». Come anche altre organizzazioni ebraiche, lo Ejc rileva come un fatto positivo «l’ampio sostegno internazionale a questa iniziativa, anche da parte di tutto il mondo arabo».

a.s.