MANCHESTER – Rav Ephraim Mirvis: «Attentato esito di una lunga campagna di odio»

«Questo è il giorno che speravamo di non vedere mai, ma che in fondo sapevamo sarebbe arrivato», ha dichiarato al termine del Kippur il rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, commentando l’attentato di matrice islamica a una sinagoga di Manchester costato la vita a due ebrei inglesi. «Per così tanto tempo abbiamo assistito a un’incessante ondata di odio contro gli ebrei nelle nostre strade, nei campus, sui social media e altrove: questo è il tragico risultato», ha accusato il rav, parlando di attacco non solo agli ebrei ma anche «ai fondamenti stessi dell’umanità e ai valori di compassione, dignità e rispetto che tutti condividiamo». In una nota il Board of Deputies of British Jews, principale organo rappresentativo dell’ebraismo britannico, sottolinea: «In un momento di crescente antisemitismo nel Regno Unito, questo attacco era purtroppo qualcosa che temevamo. Invitiamo tutti coloro che ricoprono posizioni di potere e influenza ad adottare le misure necessarie per combattere l’odio contro il popolo ebraico, collaboreremo con le autorità per adottare una serie di misure aggiuntive per proteggere la nostra comunità nei prossimi giorni». Il primo ministro britannico Keir Starmer ha lasciato in anticipo il Vertice della Comunità Politica Europea di Copenaghen per presiedere una riunione d’emergenza. «Stiamo dispiegando ulteriori mezzi di polizia nelle sinagoghe di tutto il paese, faremo di tutto per garantire la sicurezza della nostra comunità ebraica», ha annunciato l’inquilino di Downing Street, dichiarandosi «scioccato» per quanto accaduto a Manchester. Per l’ong Campaign Against Antisemitism, «il sangue degli ebrei britannici è sulle mani di politici virtuosi che hanno gettato benzina sul fuoco dell’estremismo con i loro atteggiamenti e le loro concessioni» e tra gli altri anche «delle università e delle scuole che hanno tollerato l’incitamento, della parzialità e del crollo morale della Bbc» che l’ong accusa di essere diventata di fatto una «portavoce di Hamas». Per l’Ucei, «quello che temevamo è accaduto e per il clima di tensione e di odio poteva accadere esattamente anche qui, in una delle nostre sinagoghe». L’Ucei denuncia un clima pericoloso anche in Italia dove «le libertà di culto, di uguaglianza e non discriminazione sono compresse» e si assiste in queste ore «all’abuso di libertà che legittimano ogni scatenamento di odio, manifestazioni, scioperi, editoria che in nome della critica e della pacificazione in Medio Oriente» trasformano le città italiane in luoghi dove si praticano «guerriglia e violenza».