ROMA – Sit in per gli ostaggi nel quartiere ebraico

«Quarantotto ostaggi sono prigionieri da due anni, nell’indifferenza del mondo. Uomini rinchiusi nei tunnel, incatenati alle caviglie, ridotti a scheletri, costretti a scavarsi la fossa con una pala, a dividere una scatoletta di fagioli per sopravvivere».
Benedetto Sacerdoti, il portavoce italiano del Forum delle Famiglie degli Ostaggi, l’ha ricordato nel corso dell’iniziativa “Una luce per gli ostaggi” organizzata nel quartiere ebraico di Roma in collaborazione con l’Unione Giovani Ebrei d’Italia, Run for Their Lives – Roma, e con l’associazione Setteottobre. «Non vogliamo più aspettare», ha dichiarato Sacerdoti davanti alle oltre 300 persone presenti, sottolineando come le famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas vivano da due anni «sospese tra speranza e angoscia: speranza di riabbracciare chi è ancora vivo, angoscia di dover ricevere almeno i corpi di chi è stato ucciso, per poter dare loro una degna sepoltura». Nel corso dell’evento, sostenuto dall’Ucei con un patrocinio, il presidente dell’Unione dei giovani ebrei italiani (Ugei) Luca Spizzichino ha letto un messaggio: «Dobbiamo essere una luce accesa nel buio della loro prigionia, ricordando al mondo che queste persone, trattenute da due anni, non possono essere dimenticate».