IL CONVEGNO UCEI / 3 – Le testimonianze dei giovani: Due anni di assedio psicologico
Come è stata la vita di un giovane ebreo nelle scuole, nelle università e più in generale nella società italiana negli ultimi due anni? Se ne è parlato nel corso delle battute finali del convegno “La storia stravolta e il futuro da costruire”, con l’intervento di alcuni ragazzi dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia moderati dal direttore di Hatikwa, David Di Segni. Sono stati due anni di vero e proprio «assedio psicologico» e «costruzione del nemico», ha testimoniato in apertura di confronto. E se l’attuale presidente Ugei Luca Spizzichino ha esortato a un’azione netta contro «la violenza sparsa nelle università» che rende «la percezione degli studenti ebrei sempre più negativa», il suo predecessore Simone Santoro ha spiegato come «nelle nostre vite tutto sia drasticamente cambiato, con un senso di profonda solitudine». Per Micol Di Gioacchino, «l’antisemitismo lo vediamo, è fuori dalle nostre porte» e «sarà molto difficile poter tornare al senso di libertà» di prima. David Fiorentini, anche lui ex vicepresidente Ugei, ha portato la sua testimonianza di medico. Come noto, tanto colleghi in giro per l’Italia hanno sposato la causa propal ostentandone i simboli in corsia. «Il medico però non è un attivista», ha ricordato Fiorentini, «e per questo dovrebbe porsi in un modo che non metta a disagio il paziente».
Nell’aprire i lavori del pomeriggio, la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella ha denunciato «l’antisemitismo sommerso e strisciante con cui l’Italia non ha mai fatto i conti» e che ha «trovato la scusa per riemergere ed essere legittimato». Roccella ha anche affermato: «Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo». L’intervento ha innescato un polverone mediatico e Roccella ha poi replicato alle accuse con queste parole: «Immaginare che una persona come me, da sempre amica di Israele e degli ebrei, possa presentarsi di fronte all’Unione delle comunità ebraiche per pronunciare parole negazioniste, è ridicolo prima ancora che strumentale».
Dopo lo spazio dedicato ai giovani, è stato il momento delle conclusioni. Accanto alla presidente Ucei Noemi Di Segni e al presidente del Cnel Renato Brunetta sedeva la giornalista Fiamma Nirenstein (Il Giornale). «Vedremo tornare a casa delle persone che hanno sofferto sevizie di ogni genere. Avremo i loro racconti, sapremo fino in fondo che cosa è Hamas», ha affermato Nirenstein facendo riferimento agli ostaggi oggi liberi. Rispetto agli antisemiti che hanno rialzato la testa anche in Italia, Nirenstein ha sostenuto. che «è molto più importante sapere chi siamo noi, piuttosto che capire cosa sono loro». Per Brunetta, il convegno «è stata una grande lezione di storia, di umanità, di coraggio e di dolore». E «dalle lezioni si impara e quando si impara si è più forti, e quando si è più forti si ha il dovere della giustizia: questo è il messaggio della giornata». Per Di Segni, «la parole che riassumono quello che abbiamo vissuto sono responsabilità e consapevolezza». Resta per questo «la preoccupazione: quali corpi intermedi devono attivarsi per risvegliare un’Italia e un’Europa dormienti?».