ISRAELE – Tornano gli ostaggi, l’emozione travolge il paese

«Non c’è più la guerra! Amore mio, stai tornando a casa!», grida commossa Einav Zangauker al figlio Matan durante una videochiamata. In quel momento il giovane è ancora nelle mani dei terroristi di Hamas, ma per l’ultima volta. Dopo 738 giorni di prigionia, Matan e gli altri 19 ostaggi israeliani in vita tornano finalmente liberi. Lui è tra i primi a rientrare, insieme a Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal.
«Stanno tornando a casa!», esplode la piazza di Tel Aviv, da due anni simbolo della battaglia per gli ostaggi. Sono oltre 70mila le persone riunite in questo luogo per vedere insieme in diretta le liberazioni sui grandi schermi. Gioia, lacrime e abbracci attraversano il paese, mentre i nomi dei rapiti rilasciati rimbalzano da uno schermo all’altro e l’incubo iniziato il 7 ottobre 2023 sembra finalmente volgere al termine. Alle 7 del mattino, ora locale, è arrivato il primo annuncio ufficiale: i primi sette dei venti ostaggi ancora in vita sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa internazionale.
«Torniamo a respirare dopo due anni», ripetono parenti e amici ai microfoni, seguendo le immagini in diretta. Un nuovo boato accompagna la conferma: i sette sono ora sotto le cure dell’esercito israeliano e a breve rientreranno in patria. Secondo i media, riescono a camminare nonostante la lunga prigionia e le torture dei terroristi palestinesi.
«Aspettiamo che Guy arrivi per riabbracciarlo, perché l’incubo finisca. Grazie al popolo di Israele per esserci stato vicino e ai soldati dell’esercito», commenta Ilan Gilboa Dalal, in attesa al confine del ritorno del figlio.
Dopo i primi sette, è iniziato il rilascio degli altri 13 ostaggi da diverse zone di Gaza. Alcuni incontreranno il presidente Usa Donald Trump, a Gerusalemme per parlare alla Knesset e celebrare l’accordo tra Israele e Hamas, la liberazione dei rapiti e la fine del conflitto. Un’intesa resa possibile grazie al suo intervento, accolto in Israele con un enorme striscione disteso sulla spiaggia di Tel Aviv: «Grazie», recita la scritta, accanto alla sagoma della testa di Trump che sovrasta due strisce blu e le stelle di David, simboli della bandiera israeliana.
d.r.