ROMA – 16 ottobre: la camminata silenziosa, il ricordo dei nomi

Dopo le cerimonie istituzionali nella data dell’anniversario, gli ebrei romani sono sfilati domenica mattina per le strade del quartiere ebraico in ricordo delle vittime del rastrellamento nazifascista del 16 ottobre 1943. Apriva la “camminata silenziosa”, organizzata dal 2010 da Elvira Di Cave, Daniel Di Porto ed Elio Limentani, uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita: Sami Modiano, 95 anni compiuti a luglio, nativo di Rodi ma romano d’adozione.
Come ogni anno, durante la camminata sono stati letti i nomi di tutte le vittime del rastrellamento. Dei 1022 arrestati e deportati, solo 16 fecero ritorno: 15 uomini e una donna. Tra loro nessun bambino. La cerimonia si è conclusa all’interno del Tempio Maggiore, dove sono intervenuti tra gli altri il rabbino capo della città Riccardo Di Segni, il vicepresidente della Comunità ebraica romana Alex Luzon e il giornalista Maurizio Molinari, editorialista di Repubblica.
«Questa camminata silenziosa non è solo un rito della memoria, non è un compito da assolvere», ha dichiarato Luzon, ponendo l’allarme sulla rinascita in Italia dell’antisemitismo «più fanatico». E quindi, ha affermato, «camminiamo per loro, per le vittime del 16 ottobre, per tutti i nostri fratelli e sorelle deportati, per le famiglie ferite, per le ferite che non si sono rimarginate», ma anche «per le ferite che si sono tragicamente riaperte il 7 ottobre 2023, quando il Male è tornato».