ISRAELE – Rubio: «La tregua regge, ma sarà un lungo viaggio»
Sono 13 le salme di ostaggi ancora trattenute a Gaza. Secondo i vertici della difesa israeliana, Hamas sarebbe in grado di restituirne almeno dieci, anche prima dell’ingresso di squadre internazionali. «I morti verranno restituiti. In caso contrario, l’accordo sarà violato. Ma non accadrà», ha garantito il segretario di Stato Usa Marco Rubio, in missione in Israele per consolidare il cessate il fuoco tra Gerusalemme e Hamas.
Visitando il quartier generale americano di Kiryat Gat, Rubio ha definito la tregua «storica», pur avvertendo che «sarà un lungo viaggio, con alti e bassi».
«Dall’altra parte della Linea Gialla ci sono terroristi armati che brutalizzano la loro stessa popolazione e tutto questo deve essere gestito», ha sottolineato, riferendosi ai terroristi di Hamas. Tra le priorità indicate: il coordinamento degli aiuti umanitari in arrivo a Gaza, la sicurezza delle aree circostanti e la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione. «Molti Paesi hanno espresso interesse», ha spiegato senza fare nomi. L’obiettivo, ha ribadito, è «la ricostruzione a lungo termine di Gaza e la creazione delle condizioni affinché quanto accaduto il 7 ottobre non si ripeta».
Alla domanda su chi governerà Gaza in futuro, Rubio ha fatto riferimento all’Autorità nazionale palestinese: «necessita di riforme», ma «non è Hamas, non è un’organizzazione terroristica». Un segnale di apertura, che lascia intendere un possibile coinvolgimento dell’Anp nella gestione postbellica. Punto, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa, «su cui dovremo lavorare con Israele e altri paesi». Esclusa invece qualsiasi partecipazione dell’Unrwa: «Non sarà coinvolta, non ci saranno tunnel o razzi che minacceranno Israele».
Sul fronte politico, Rubio ha espresso irritazione per il voto preliminare della Knesset a favore dell’annessione della Cisgiordania, giudicandolo una minaccia al fragile processo di pace. «Non pensiamo che si tradurrà in legge, ma se accadesse molti paesi si ritirerebbero dal processo», ha avvertito, allineandosi alla posizione già espressa dal presidente Usa Donald Trump e dal suo vice J.D. Vance.
Il segretario di Stato ha infine evocato la possibilità di ampliare gli Accordi di Abramo con nuovi Paesi arabi, parlando di «slancio regionale» senza citare nomi.