DIALOGO – I sessant’anni della Nostra Aetate, la sfida della pace: Roma capitale dell’incontro
Dalle celebrazioni per i 60 anni della dichiarazione conciliare Nostra Aetate all’iniziativa internazionale “Osare la pace” promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, il mondo ebraico è protagonista delle intense giornate di confronto e dialogo apertesi a Roma domenica sera.
Durante la sessione inaugurale di “Osare la pace”, davanti al capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente dei rabbini europei Pinchas Goldschmidt ha affermato che «la pace richiede la mano ferma del chirurgo» e «la penna paziente del poeta», esigendo inoltre «la sapienza di vedere il volto dell’altro non come un nemico, ma come un compagno di viaggio nel vasto giardino di Dio». In questo senso, ha proseguito Goldschmidt, «Salomone non costruì soltanto mura di pietra» ma colmò anche «abissi dello spirito». E quindi, anche dalla sua storia, si è apprende che «è facile farsi dei nemici» ma per fare la pace serve un re «con il cuore di un bambino e la mente di un saggio».
Le tre giornate del forum di Sant’Egidio sono proseguite lunedì mattina con i primi panel tematici. Tra gli argomenti affrontati ci sono stati “Una pace disarmata e disarmante”, “L’Europa di domani” e “Fraternità universale e dialogo interreligioso” a partire proprio dalla Nostra Aetate. Sempre lunedì si sono aperti alla Pontificia Università Gregoriana i lavori della conferenza “Towards the Future. Re-Thinking Nostra Aetate today” (“Rivolti al futuro. Ripensare Nostra Aetate oggi”), organizzata dal Centro Studi Interreligiosi e dal Centro Cardinal Bea dell’ateneo vaticano. «Dal punto di vista delle relazioni ebraico-cristiane, questo convegno cade in un momento storico che ha conosciuto e conosce difficoltà anche di non lieve conto», ha dichiarato il professor Massimo Gargiulo, direttore del Centro Cardinal Bea. Uno degli obiettivi della conferenza è in questo senso «studiare insieme possibili direttrici per rilanciare un percorso che non si vuole interrompere e che è la nostra missione fondamentale».
Nella serata di martedì, a partire dalle 18.30, nell’Aula Paolo VI del Vaticano è in programma l’evento “Camminare insieme nella speranza”, organizzato dal Dicastero per il Dialogo Interreligioso e la Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. All’evento, informa la Santa Sede, saranno presenti leader e rappresentanti dell’ebraismo, dell’islam, dell’induismo, del giainismo, del sikhismo, del buddismo, dello zoroastrismo, del confucianesimo, del taoismo, dello shintoismo e delle religioni tradizionali africane. Il momento culminante sarà l’intervento di papa Leone XIV. Poi i leader religiosi si uniranno in una preghiera silenziosa per la pace.
Dei 60 anni della dichiarazione conciliare si è parlato in queste ore anche in Senato, nel corso della conferenza Seminare pace organizzata dal senatore Lucio Malan. «La Nostra Aetate non fu un gesto formale, né una concessione diplomatica. Ma il punto di origine di una nuova stagione di ascolto, rispetto, collaborazione; un impegno che si è tradotto in gesti concreti», ha riconosciuto la responsabile della comunicazione Ucei Lucilla Efrati. Come seminare pace in un tempo difficile? Luigi De Salvia, il presidente di Religions for Peace/Italia, ha indicato una strada: «In un momento di tenebra non c’è solo l’oscurità, ma può nascere qualcosa di importante. Dentro ogni tenebra può venire una luce».
Adam Smulevich