VENEZIA – Shaul Bassi: «Solidarietà a Fiano, Ca’ Foscari resti luogo di dialogo»
«Spero che Emanuele Fiano, a cui va la mia solidarietà, torni da noi e riceva tutta l’accoglienza che non siamo riusciti a garantirgli in questa occasione. Sarebbe il minimo». C’è grande rammarico nelle parole di Shaul Bassi, professore ordinario di Letteratura inglese e Scienze umane per l’ambiente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, all’indomani della contestazione che ha impedito a Fiano di intervenire in ateneo in un dibattito sulle prospettive di pace in Medio Oriente.
L’ex deputato del Partito democratico e presidente di “Sinistra per Israele”, sostenitore della soluzione “due popoli, due stati”, era stato invitato dall’associazione studentesca Futura per un confronto sulla pace in Medio Oriente. L’incontro, previsto nel campus di San Giobbe, è stato però interrotto da un collettivo pro-palestinese: cartelli, megafoni, slogan, minacce – “Fuori i sionisti dalle università” – hanno impedito lo svolgimento del dibattito.
Per Fiano, che ha ricordato come anche a suo padre nel 1938 fosse stata negata la parola, l’episodio ha rappresentato un momento di «profondo turbamento». Ricostruendo il confronto, il presidente di Sinistra per Israele ha sottolineato come «uno degli slogan dei ragazzi che contestavano era “Palestina libera dal fiume al mare”. Per loro chi difende il diritto allo Stato di Israele ad esistere non ha diritto di parola. Non importa se uno critica Netanyahu. Alcuni dicevano: a noi della tua opinione non importa, non vogliamo che tu parli».
Bassi, che non era presente al confronto, riconosce di «non aver mai visto un clima così difficile», e l’episodio di Fiano rappresenta un momento «increscioso, da condannare senza se e senza ma». D’altra parte il suo invito è di «evitare di trasformare tutto in un’unica narrazione: in ateneo ci sono state anche occasioni di approfondimento molto importanti».
Il docente sottolinea la necessità di insistere sul pensiero critico: «Vedo persone con ottime intenzioni compiere azioni aberranti. La sfida è mantenere lucidità in un contesto in cui siamo tutti emotivamente coinvolti. L’unica via è quella di un’analisi razionale, che non è facile ma è indispensabile».
Particolarmente delicata, prosegue Bassi, è la deriva nell’uso della parola “sionismo”, spesso piegata a slogan privi di comprensione storica. «Sentire lo slogan “Fuori i sionisti dall’università” è sconcertante. Siamo di fronte a un rovesciamento inquietante, in cui termini e concetti sono confusi in modo nocivo e nefasto».
Per Bassi, l’università deve rimanere un luogo di dialogo, non di scontro. Da qui l’invito a guardare dentro l’ateneo per costruire percorsi di confronto: «Abbiamo a Ca’ Foscari ottimi studiosi di cultura e società israeliana e palestinese. Sarebbe un segnale importante riuscire a costruire su queste basi un vero dialogo accademico, anche se non sarà facile. Ci sono moltissime persone che hanno voglia di ragionare e pensare, concentriamoci su di loro».
A Fiano in queste ore è arrivata la solidarietà di tutto il mondo politico e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha proposto all’ex deputato Pd di tornare insieme in Ca’ Foscari per riprendere il dibattito interrotto.
d.r.
(Foto Alexander Chekmenev)