PICCOLO SCHERMO – Edith Bruck e la malattia del marito: l’amore la migliore medicina
Nelo Risi ed Edith Bruck si conobbero alla metà degli anni Cinquanta. Poeta, sceneggiatore e regista lui, poetessa e scrittrice lei, avrebbero dato vita a un sodalizio sentimentale destinato a concludersi solo alla morte di Risi, nel 2015, dopo una lunga malattia. Sopravvissuta ai campi di sterminio nazifascisti e tra le ultime testimoni della Shoah ancora in vita, la 94enne Bruck è testimonial di alcune iniziative di sensibilizzazione sull’Alzheimer. Una malattia con la quale è entrata in contatto proprio negli ultimi anni di vita di Risi, che ha accudito con amore e cura per oltre dieci anni. È l’angolatura sulla quale si sofferma l’ultima puntata del programma Rai “O anche no” di Paola Severini Melograni, ora disponibile anche su Raiplay, che riprende alcuni passaggi di una recente iniziativa in memoria del poeta svoltasi a Roma, alla Società Dante Alighieri, nel decennale della scomparsa. «Nelo era una persona molto particolare. Un cittadino esemplare, onesto, incorruttibile», sottolinea Bruck, parlando dei dieci anni di accudimento come «dei più belli della mia vita, perché non mi sono mai sentita così indispensabile e necessaria per nessuno». Racconta ancora Bruck: «I medici mi hanno detto: tenerlo in vita come fai tu ogni giorno è un miracolo. L’amore è la medicina migliore, verso chiunque».