DIALOGO – Marans (Ajc): Parole del papa su antisemitismo molto importanti
 
						«Nostra Aetate è un muscolo che si restringe se non viene mantenuto in esercizio. Questa è la nostra responsabilità condivisa, sono molto fiducioso». Noam Marans è il direttore per gli Affari Interreligiosi dell’American Jewish Committee (Ajc). Incontrando alcuni giornalisti nella sede della stampa estera a Roma, ha tracciato un bilancio positivo delle iniziative di dialogo e confronto degli scorsi giorni, culminate con la celebrazione del 60esimo anniversario della dichiarazione conciliare in piazza San Pietro con le nette parole sull’antisemitismo pronunciate da papa Leone XIV. Marans era in piazza insieme a numerosi leader religiosi e in settimana ha partecipato anche alle conferenze della Comunità di Sant’Egidio e della Pontificia Università Gregoriana. «Le parole sono il cuore di ogni relazione, le parole sono importanti. Nella relazione tra ebrei e cristiani lo sono anche i simboli», afferma Marans, esprimendo appezzamento per il “calore” di alcuni gesti compiuti dal papa. Come la decisione di inviare a vari leader ebraici, poche ore dopo la sua elezione, un messaggio in cui si enunciava l’impegno per rafforzare dialogo e cooperazione con il popolo ebraico «nello spirito della dichiarazione Nostra Aetate». È stato un ottimo inizio, sostiene il rabbino. E il preludio, cinque mesi dopo, «all’affermazione di questa nostra relazione speciale, di questa nostra speciale riconciliazione». L’Ajc, fondato nel 1906, si appresta a compiere 120 anni. Gli ultimi due sono stati particolarmente complicati, riconosce Marans, rimarcando un’esplosione di antisemitismo «in parte prevedibile e in parte no» negli stessi Usa. Il rabbino ha una delega specifica agli affari religiosi, non risponde a domande di politica. Non è però passata inosservata, a New York e dintorni, l’inusuale nota di allarme dell’Ajc che a metà ottobre ha rotto la storica neutralità dell’ente per qualificare come «problematica» la retorica di Zoran Mamdani, il candidato dem favorito nella corsa a sindaco della Grande Mela. «La dichiarata preoccupazione di Mamdani per il benessere di israeliani e palestinesi», si legge nella nota, «sarebbe più credibile se sostenesse il disarmo di Hamas, che contribuirebbe in modo fondamentale al progresso della pace nella regione e all’attuazione del piano di pace in 20 punti approvato da decine di paesi in tutto il mondo». Nel corso dell’incontro con la stampa, il rabbino Ajc si è soffermato sulle possibilità di collaborazione con la chiesa. A partire dalla «lotta all’antisemitismo, e chi meglio del papa per influenzare il cuore di milioni di persone». Marans ha anche rivendicato come giusta la decisione di effettuare una donazione per sostenere la ricostruzione della Chiesa cattolica della Sacra Famiglia, l’unica chiesa cattolica di Gaza, colpita per errore dall’esercito israeliano a luglio. «Una volta che Israele ha riconosciuto la propria responsabilità, abbiamo deciso di agire. Ajc è un’istituzione ebraica, ma ha a cuore tutta l’umanità e la cura delle ferite».
Adam Smulevich