ISRAELE – “Ritorno alla piazza”, nel nome di Yitzhak Rabin

Nelle piazze, nelle scuole, nelle istituzioni, Israele si prepara a ricordare Yitzhak Rabin. A trent’anni dal suo assassinio a Tel Aviv per mano di un giovane fanatico al termine di un’affollata iniziativa a sostegno del processo di pace, l’eredità morale e politica del due volte primo ministro e firmatario degli Accordi di Oslo, sarà al centro di varie iniziative. Lunedì 3 novembre alle 15, nella data ebraica della sua uccisione, è in programma una cerimonia di stato promossa dal governo al cimitero nazionale sul Monte Herzl a Gerusalemme, dove Rabin è sepolto accanto alla moglie Leah. Nel 2024, su richiesta dei familiari, quella e le altre onoranze annuali alla Knesset e nella casa del presidente d’Israele non si tennero per via della guerra. Dopo cinque anni di sospensione causa Covid, lavori di ristrutturazione, il protrarsi del conflitto, tornerà anche a svolgersi l’annuale commemorazione in quella che un tempo si chiamava piazza Re d’Israele e che dopo quella notte di sangue ha preso il nome di piazza Yitzhak Rabin. La cerimonia promossa dall’organizzazione Hozrim LeKikar (Ritorno alla piazza), in raccordo con la municipalità di Tel Aviv, inizierà sabato 1 novembre alle 19.30, al termine dello Shabbat. Come la grande manifestazione del 4 novembre di 30 anni fa, che sarà rievocata trasmettendo l’ultimo intervento di Rabin. Leggenda dell’esercito, principale artefice della vittoria di Israele nella Guerra dei sei giorni, Rabin aveva dichiarato di credere «in una possibilità di pace» con i palestinesi, perché «ho sempre pensato che la maggior parte delle persone desideri la pace e sia pronta a correre rischi per la pace». Rabin aveva anche ammonito sulla violenza che «erode le basi della democrazia israeliana: deve essere condannata e isolata, questa non è la via dello Stato di Israele». Il timore delle forze di sicurezza è che entrasse in azione un terrorista palestinese, anche perché in quei mesi molti attentati avevano insanguinato Israele. A colpire a morte il primo ministro fu invece un ebreo fondamentalista, che riteneva Rabin un “traditore”.
Gli organizzatori hanno diffuso una prima lista di partecipanti all’evento: troviamo il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid, il leader dei Democratici Yair Golan, l’ex ministra degli Esteri Tzipi Livni. Ci saranno anche il rabbino Benny Lau e l’ex ostaggio Gadi Mozes. E tra gli altri l’artista Dana International, vincitrice dell’Eurovision Song Contest nel 1998. Alle 21.42, l’ora in cui Yigal Amir sparò quei tre colpi, si terrà un minuto di silenzio. Concluderà la cerimonia l’esecuzione di Shir LaShalom, brano simbolo del movimento pacifista che Rabin intonò in quell’ultima sera di vita. In una nota, Hozrim LeKikar definisce quello attuale «un momento di prova per la società israeliana, che deve tornare in piazza e restare unita, nella speranza e nella riconciliazione». Secondo un sondaggio del Jewish People Policy Institute (JPPI) pubblicato mercoledì, il 52% degli israeliani ritiene che vi sia una alta probabilità che un altro primo ministro o un personaggio pubblico di alto livello venga assassinato in Israele, il 29% considera la possibilità bassa, mentre il 12% pensa che il rischio non sussista