UNIVERSITÀ – Fiano torna in Ca’ Foscari, Di Segni (Ucei): «Grave clima di intolleranza negli atenei»

Emanuele Fiano è tornato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, a una settimana dalle contestazioni che gli avevano impedito di parlare. L’ex parlamentare del Partito Democratico e presidente di “Sinistra per Israele” ha preso la parola in un incontro dedicato a Israele e Gaza, affiancato dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. «È compito di tutti noi, anche del governo, garantire che le università rimangano luogo libero di confronto. Avrei voluto parlare con quei ragazzi che mi hanno contestato, anzi ho scambiato qualche parola con quello che ci ha interrotto. Il dissenso è il sale della democrazia ma il silenzio è la sua morte», ha sottolineato Fiano.
Nel suo intervento, l’ex deputato dem ha respinto le accuse di genocidio nei confronti di Israele: «Non sono d’accordo con questa espressione a meno che una sentenza non me lo dimostri», ha spiegato, ricordando come la Corte Penale Internazionale indaghi da anni senza aver ancora emesso decisioni in tal senso. «Io non sono d’accordo con le politiche del governo Netanyahu, ma mai negare la libertà delle relazioni internazionali. Con il boicottaggio non si fermano le guerre».
Con una nota di ironia, Fiano ha poi ringraziato la ministra Bernini per la sua presenza in aula: «Mi fa da scorta civile».
Il ritorno dell’ex parlamentare a Ca’ Foscari è stato accolto con favore dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, che ha definito «assolutamente apprezzabile la pronta presenza della ministra Bernini». Al tempo stesso, Di Segni ha sottolineato come il “caso Fiano” renda evidente «la gravità della situazione raggiunta nelle sedi accademiche, avallata anche da prodromiche manifestazioni, occupazioni e mozioni di boicottaggio e freno agli accordi con Università israeliane».
Preoccupante, ha proseguito la presidente Ucei, il fatto che sia necessaria «la presenza di una Ministra che si frappone tra oratore e contestatori per poter parlare». «Questo è il livello dell’accademia? Questa è libertà di ricerca o di pensiero?», ha domandato, definendo l’episodio «uno dei tanti a cui abbiamo assistito in questi due anni di letture superficiali e proclami unilaterali che, tragicamente, richiamano quanto accadeva nel 1938 negli Atenei italiani».
Nel suo comunicato, diffuso all’avvio delle iniziative per il Giorno della Memoria, Di Segni invita a riflettere sull’efficacia delle azioni educative nella trasmissione della Memoria, «non solo da parte dei sopravvissuti che con coraggio ancora ne parlano, ma anche da parte di chi si permette di tappare loro la bocca e li considera sionisti, discutendo con loro sul concetto di genocidio e discriminazione razziale o, ancor peggio, considerandoli “nazisti” senza aver mai aperto un libro di storia».
Di Segni mette poi in guardia dall’ipocrisia di «chi onora la Shoah nelle sedi istituzionali ma poi accusa Israele di crimini paralleli», e condanna «chi legittima la radicalizzazione e la violenza destabilizzante nelle nostre città» e «chi tutt’oggi esprime nostalgia per le aggregazioni e i moti fascisti». Infine, la presidente Ucei punta il dito sulle responsabilità del mondo accademico: «Se Atenei irresponsabili fanno trasformare banchi di studio in banchetti di odio, c’è davvero da preoccuparsi».