CALCIO – Dirigente Maccabi: Bugie sui nostri tifosi, politica stia lontana dal pallone
Livelli di sicurezza straordinari sono in vigore da qualche ora nell’area del Villa Park di Birmingham, lo stadio dove questa sera è in programma l’incontro di Europa League tra i padroni di casa dell’Aston Villa e il Maccabi Tel Aviv. «La polizia britannica ha organizzato una vasta operazione con 700 agenti per prevenire disordini in città», riferiscono fonti di agenzia internazionale. Il timore è per possibili azioni violente da parte di gruppi propal, che già avevano messo in allarme le autorità locali in ottobre tanto da portarle a decretare il bando alla trasferta per i tifosi del Maccabi.
E se in quei giorni l’ex ostaggio e grande tifosa del club israeliano Emily Damari aveva protestato definendo il provvedimento l’equivalente di «un grande cartello con la scritta “Vietato l’ingresso agli ebrei”», è ora l’amministratore delegato della squadra ospite Jack Angelides a parlare e a esprimere il proprio rincrescimento. «Non c’è stata fornita nessuna chiara ragione per il divieto», racconta il dirigente del Maccabi in una intervista con Sky Sports. Angelides ricorda i fatti di un anno fa ad Amsterdam, prima di una partita contro l’Ajax, quando per le strade della città andò in scena quella che le stesse autorità olandesi «hanno definito una caccia all’ebreo». Per Angelides, mente e sa di mentire chi definisce i tifosi del Maccabi «combattenti e soldati organizzati» con la volontà di creare problemi, malgrado l’esistenza tra loro di alcuni estremisti. Un tema sentito anche dalla dirigenza del team, che in una recente nota ha affermato: «La nostra rosa della prima squadra è composta da giocatori musulmani, cristiani ed ebrei e anche la nostra base di tifosi supera le divisioni etniche e religiose». In questo senso, sostiene il Maccabi, «abbiamo lavorato instancabilmente per sradicare il razzismo all’interno degli elementi più estremi della nostra base di tifosi». Angelides ha rilasciato un’intervista anche alla BBC, in cui sostiene l’esistenza di un’agenda contro il Maccabi. Per il dirigente, «la politica non dovrebbe mai entrare nel calcio».