MILANO AL VOTO/1 – La lista Beyahad in corsa per la Comunità e per l’Ucei

Walker Meghnagi: «Soddisfatti del lavoro, adesso puntiamo sui giovani»

Dopo quattro anni alla guida della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi si ricandida per un doppio incarico: alla presidenza della Milano ebraica, con la lista Beyahad – Insieme. Uniti per il Futuro, composta da 17 candidati, e al Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con l’omonima lista con cinque candidati. Le elezioni si terranno il 14 dicembre: a Milano saranno eletti 17 consiglieri per il nuovo Consiglio della Comunità e 10 delegati al Consiglio Ucei.
«Sono soddisfatto del lavoro fatto. Abbiamo governato insieme all’altra lista, senza contrasti, costruendo una collaborazione piena tra le varie componenti del Consiglio. Non abbiamo mai avuto scontri e insieme abbiamo realizzato molto», spiega a Pagine Ebraiche il presidente uscente.
Tra i risultati del mandato, Meghnagi rivendica la riforma della sicurezza: «Abbiamo creato una Fondazione della Sicurezza che unisce tutte le realtà sotto un unico coordinamento, dalla scuola al territorio. Oggi la protezione della Comunità è più moderna ed efficace». Interventi «importanti», prosegue, sono stati fatti sulle strutture scolastiche: «Abbiamo rifatto completamente l’aula magna, le palestre e gli uffici. Tutto grazie alle donazioni, senza spendere un euro della Comunità. È stato un lavoro lungo ma partecipato».
A proposito di investimenti e bilanci, sulla situazione economica della Comunità ebraica di Milano, il presidente uscente afferma: «Siamo stati molto attenti alle spese e la situazione è solida. Abbiamo ricevuto qualche eredità e gestito le risorse con rigore. Certo, c’è sempre da migliorare, ma non siamo preoccupati».
Un altro progetto messo in cantiere è il Polo Museale Ebraico di Milano, che sorgerà nella Sinagoga Centrale di via della Guastalla. «Abbiamo ottenuto 12 milioni di euro da Regione Lombardia e dal Ministero della Cultura. Io lo chiamo la Fondazione della Cultura Ebraica: sarà un luogo aperto, non solo per noi ma per tutta la città. I lavori inizieranno a febbraio 2026 e dureranno circa tre anni».

Scuola, giovani e solidarietà
Nel programma di Beyahad, spiega Meghnagi, la scuola resta al centro. «È la nostra priorità. Vogliamo introdurre un vero bilinguismo e ci stiamo lavorando con la Fondazione Scuola: oggi i ragazzi devono padroneggiare l’inglese e conoscere meglio anche l’ebraico. Inoltre, puntiamo a creare un board con famiglie e docenti per rafforzare il dialogo tra le varie componenti».
Punto su cui serve un passo ulteriore sono i giovani: «Nel mandato passato non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo, ma ora abbiamo nuove energie. Stiamo lavorando a un centro giovanile nel cuore di Milano, uno spazio di incontro e creatività per i ragazzi tra i 18 e i 30 anni. Cultura, musica, arte, incontri: vogliamo che i giovani tornino a sentirsi protagonisti della vita comunitaria».
Sulla Residenza per Anziani, Meghnagi sottolinea: «È sempre piena e funziona bene. Grazie al lavoro di Luciano Bassani stiamo pensando a un progetto dedicato all’Alzheimer: stiamo cercando i fondi. A breve incontreremo Regione Lombardia e poi i funzionari del Ministero della Salute per capire come partire».

L’atmosfera a Milano
Sul clima in città e sulle tensioni che hanno segnato il suo mandato, dovute all’aumento dell’antisemitismo dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, Meghnagi sottolinea: «C’è preoccupazione, ma non paura. Le sinagoghe sono frequentate e le conferenze sempre piene. Certo, molti non portano la kippah in strada, ma la vita ebraica continua. A Milano, grazie alle forze dell’ordine, ci sentiamo protetti».
Sull’effetto del 7 ottobre, ricorda poi l’accoglienza riservata alle famiglie israeliane rimaste bloccate in Italia a causa della guerra o arrivate nei mesi successivi al conflitto. «C’è stata una risposta di tutto l’ebraismo milanese, che dimostra la nostra unità. Anche in precedenza, con l’invasione dell’Ucraina, abbiamo aperto le porte a diverse famiglie».
«In questi ultimi anni mi sembra ci siano meno divisioni, meno scontri interni, più collaborazione tra le varie anime della Comunità, anche grazie al lavoro del Consiglio».
Tornando all’atmosfera in città, il confronto, a volte scontro, con le istituzioni è stato uno degli elementi più presenti nel dibattito cittadino. «Non abbiamo mai abbassato la testa. Con il sindaco Beppe Sala ci sono state divergenze, ma i rapporti restano buoni, ci sentiamo continuamente».
«Il problema vero per noi», riprende Meghnagi, «è all’interno: molti giovani non sono iscritti alla Comunità, o si sono trasferiti all’estero, spesso in Israele. Questo è un tema su cui dobbiamo lavorare: mantenere il legame con chi parte e ricoinvolgere chi resta».

La candidatura per l’UCEI
«Mi candido anche al Consiglio dell’Unione perché credo serva un cambio di marcia. L’Unione deve essere più partecipata, non governata solo dalle piccole comunità. Milano deve avere un ruolo maggiore. Bisogna ricucire i rapporti tra comunità grandi e piccole, incontrarsi più spesso, non solo per riunioni formali, ma per confronto e conoscenza reciproca».
Tra le priorità nazionali, la lotta all’antisemitismo, la gestione dell’8 per mille e la promozione dei giovani. «Vogliamo creare una task force contro l’antisemitismo, coinvolgendo Osservatorio, giornalisti e legali. Sull’8 per mille, la priorità deve restare alle Comunità locali, che fanno scuola, servizi e assistenza. L’UCEI deve invece occuparsi di progetti comuni, dove serve un coordinamento nazionale».
Sui giovani, «dobbiamo favorire gli scambi tra ragazzi delle varie città e quelli che vivono in Israele. La continuità ebraica passa da loro. Mi piacerebbe che si organizzassero incontri annuali tra le Comunità di Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, e così via. Ma anche appuntamenti con l’ebraismo europeo, a Londra o Barcellona. La fascia 18-30 anni, sia a Milano sia nell’UCEI, deve essere coinvolta di più».
Ultimo punto, il rapporto con le istituzioni nazionali: «Abbiamo ottimi rapporti con il governo e i suoi ministri. Non parlo di politica, ma di dialogo istituzionale. Abbiamo molte possibilità, dobbiamo solo saperle usare bene», conclude Meghnagi.

Nel prossimo numero dedicato al voto per la Comunità ebraica di Milano, la presentazione della lista Atid.

Daniel Reichel