ISRAELE – Goldin e Rudaeff, il ritorno a casa
I genitori di Hadar Goldin hanno ringraziato «l’esercito e nessun altro» per aver riportato a casa, dopo undici anni di attesa, il corpo del figlio ucciso e rapito dai terroristi di Hamas durante la guerra del 2014. «Abbiamo combattuto da soli, per undici anni, per riportarlo indietro. Solo l’esercito e i servizi di sicurezza hanno mantenuto la promessa di non lasciare nessuno indietro», hanno commentato Leah e Simcha Goldin dopo l’annuncio della restituzione della salma.
Il tenente Goldin, 23 anni, era stato catturato il 1 agosto 2014 durante un cessate il fuoco a Rafah, nel sud della Striscia. La sua uccisione e la mancata restituzione del suo corpo erano diventate, come hanno ricordato i genitori, «il simbolo di un impegno nazionale infranto». Ora, con il rimpatrio della salma, la famiglia chiude una ferita aperta da oltre un decennio.
Accanto a loro anche Aviram Shaul, fratello del sergente Oron Shaul, caduto nello stesso conflitto e riportato in patria nel gennaio scorso: «Abbiamo percorso insieme ai Goldin un lungo cammino. Quando Oron è tornato ero a disagio sapendo che Hadar era ancora là. Oggi finalmente anche la famiglia Goldin può avere pace. So quanto questo momento guarisca», ha dichiarato all’emittente Kan.
Durante la cerimonia militare, il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha definito Goldin «un eroe d’Israele» e ha lodato la «lotta instancabile» dei suoi genitori. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, mostrando la foto del giovane ufficiale, ha ricordato: «Ho giurato che sarebbe tornato, e oggi quella promessa è mantenuta». Netanyahu ha poi promesso di riportare a casa anche le quattro salme di ostaggi ancora trattenute a Gaza: quelle dei tre israeliani Meny Godard, Ran Gvili e Dror Or, e quella del cittadino filippino Sudthisak Rinthalak.
Poche ore dopo il rientro della salma di Goldin, Israele si è unito nel dolore per l’addio a Lior Rudaeff, volontario del Magen David Adom e vice responsabile della sicurezza del kibbutz Nir Yitzhak, ucciso il 7 ottobre 2023. A lungo creduto vivo a Gaza, la sua morte era stata confermata solo nel 2024. La sua salma, trattenuta da Hamas per oltre due anni, è stata restituita nel fine settimana alla famiglia. Dopo un corteo funebre aperto dai motociclisti del servizio di emergenza e da un’ambulanza donata in suo nome, Rudaeff è stato sepolto nel suo kibbutz. La moglie Yaffa e i figli Noam, Ben e Nadav lo hanno ricordato come un uomo di coraggio e dedizione. «Abbiamo lottato per te, papà, come tu hai lottato per noi in quel giorno maledetto», ha sottolineato Nadav, diventato un simbolo in Israele della lotta per il ritorno degli ostaggi.
Sul fronte politico, intanto, a Gerusalemme si è svolto un incontro tra Netanyahu e Jared Kushner, inviato speciale e genero del presidente Usa Donald Trump, giunto in Israele per discutere dell’attuazione del piano statunitense di cessate il fuoco e della fase postbellica a Gaza.
Secondo fonti israeliane, Washington spinge per consentire un “passaggio sicuro” a circa 200 terroristi di Hamas ancora nascosti nei tunnel di Rafah, attualmente sotto controllo israeliano. Gerusalemme ribadisce la propria linea di fermezza: «Non permetteremo a nessun terrorista di uscire dai tunnel, anche se depone le armi», ha dichiarato a Ma’ariv un alto funzionario dell’esercito.
(Foto Uriel Even Sapir – Forum Famiglie degli ostaggi)