ROMA – Israele e il nuovo Medio Oriente, una prospettiva allargata

Dove va il Medio Oriente? Che ruolo avrà Israele nei futuri assetti? Se ne è discusso in Senato, nella Sala Caduti di Nassariya, in occasione della presentazione del libro Il nuovo Medioriente. Il declino della Mezzaluna Sciita (ed. Belforte) di Giovan Battista Brunori, corrispondente Rai da Gerusalemme. «Un libro in movimento, che ci parla dell’Iran, della Turchia, dell’Iraq, di Hezbollah. Perché se non capiamo il contesto fraintendiamo tutto, anche la guerra a Gaza», ha spiegato in apertura di incontro Aldo Torchiaro, giornalista del Riformista e moderatore dell’evento.
«Brunori ha il vizio di fare il giornalista», ha affermato il senatore Lucio Malan (Fratelli d’Italia), che ha organizzato l’iniziativa. «In tempi permeati di antisemitismo che si maschera di antisionismo, il libro offre un grande contributo per conoscere i fatti, per potere poi prendere posizione».
Fatti fluidi, in trasformazione, il Medio Oriente ne è un emblema. «In gran parte del mondo arabo c’è una condanna dell’estremismo islamico che in Europa non c’è», ha osservato Pierluigi Marattin del Partito Liberaldemocratico, appena tornato da una missione in quell’area. «Siamo abituati a una informazione concentrata su Gaza», ha rilevato Piero Fassino, parlamentare del Pd. «Tuttavia, se noi guardiamo alla crisi mediorientale soltanto guardando a Gaza, non comprendiamo quel che succede». Una materia complessa, ha riconosciuto anche Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «C’è molta ignoranza sul Medio Oriente e Israele. Un paese talmente democratico che autorizza anche in tempo di guerra delle manifestazioni di protesta davanti all’abitazione del suo primo ministro». Per Maurizio Molinari, editorialista di Repubblica, il declino del regime iraniano «è il risultato politico e strategico più importante della guerra iniziata con il pogrom compiuto da Hamas il 7 ottobre».
Ha concluso l’incontro un intervento dell’autore: «Quando sono arrivato in Israele, due mesi prima del 7 ottobre, sapevo di andare in una regione molto difficile, una regione di guerra. Il 7 ottobre è cambiato tutto. Mi sono reso conto che nel modo di recepire le notizie in Italia c’era una grande differenza rispetto a quel che succede sul posto. Tutto è stato focalizzato su Israele e Gaza e il contorno usciva fuori dai radar. Il libro è il racconto di due anni di lavoro frenetico, che mi hanno fatto capire l’importanza di andare oltre quel che c’è in superficie, senza pregiudizi e senza censure».
Il libro sarà protagonista in questi giorni anche nel mondo ebraico. Martedì 11 alle 17.30 sarà presentato al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, dove con l’autore dialogheranno il direttore del museo Amedeo Spagnoletto e la docente di Diritto internazionale dell’Università degli Studi locale, Alessandra Annoni. Giovedì 13, di nuovo a Roma, sarà presentato al Centro Ebraico Il Pitigliani. Accanto a Brunori, moderati da Ruben Della Rocca, interverranno i giornalisti Goffredo Buccini e David Parenzo, insieme ai parlamentari Giovanni Donzelli e Walter Verini e all’ex parlamentare Maurizio Turco.