ITALIA-ISRAELE – Federazione a Congresso, per parlare di media e nuovo Medio Oriente

Nei prossimi giorni la Federazione delle Associazioni Italia-Israele si riunirà in Congresso, il suo 36esimo. Nel corso dei lavori si parlerà soprattutto di due temi: da una parte i rapporti di equilibrio e le sfide del “nuovo” Medio Oriente, dall’altra il complesso rapporto tra Israele e i media.
«Fanno parte della nostra rete 47 associazioni attive in tutta Italia. L’appuntamento sarà evidentemente aperto ai nostri soci, ma abbiamo deciso di allargare il consueto raggio d’azione con alcuni inviti ad hoc per riflettere su alcuni temi caldi», sottolinea il presidente della Federazione, il genovese Bruno Gazzo. «C’è un gran bisogno di stare insieme, di condividere esperienze, di essere uniti. Insieme siamo più forti, a maggior ragione in un momento di risorgente antisemitismo».
I dettagli del Congresso non possono essere divulgati per ragioni di sicurezza. Il clima non è sereno attorno a chi si occupa di Israele. Non è certo una novità «ma dopo il 7 ottobre abbiamo assistito a un’esplosione di antisemitismo, veicolato anche da persone emigrate da paesi dove l’odio verso Israele è parte del sistema».
La rappresentazione di Israele nell’opinione pubblica e nel mondo dei media sarà uno dei temi forti del Congresso. «Dal punto di vista militare, Israele ha vinto la sua guerra su sette fronti. Dal punto di vista mediatico, l’ha persa. Rifletteremo su questo con alcuni addetti ai lavori. Parleremo ad esempio dell’influenza del Qatar con il suo gigantesco impero mediatico, che ha convinto milioni di persone che a Gaza si è consumato un genocidio e Israele ha deliberatamente ucciso dei neonati». Per Gazzo, che ha invitato al Congresso alcuni direttori di testate giornalistiche per parlarne, «Israele deve cambiare il modo di rapportarsi con i media per migliorare la propria percezione globale». E se «fino a qualche anno fa poteva in fondo disinteressarsi della questione, oggi non è più possibile, il mondo sta cambiando in fretta».
Gazzo è in carica dal 2022. Gli ultimi due anni sono stati particolarmente intensi, racconta, con molte sfide da affrontare ma anche alcuni motivi di soddisfazione. «Lo scorso febbraio abbiamo portato 16 giovani leader in Israele. È stato un investimento importante per la federazione, ma sta avendo un ritorno positivo».

a.s.