MILANO AL VOTO / 4 – “Unione e Dialogo”, la lista in corsa per l’Ucei

Rony Hamaui: «Coinvolgere le persone e ritrovare il senso di comunità»

“Unione e Dialogo” è la terza lista in corsa a Milano per le elezioni dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) del 14 dicembre. A rappresentarla sono Rony Hamaui, economista e docente universitario, e Gadi Schonheit, imprenditore e consigliere Ucei uscente con delega all’organizzazione in Italia della Giornata europea della cultura ebraica.
L’obiettivo della lista, spiega Hamaui, è lavorare per «un ebraismo italiano più inclusivo, aperto al dialogo e capace di unire sensibilità diverse, puntando su temi come partecipazione, gestione responsabile delle risorse, valorizzazione della cultura e attenzione alle piccole comunità».
Già assessore al Bilancio della Comunità ebraica di Milano, Hamui descrive un’Ucei «percepita, almeno da molti ebrei milanesi, come distante. Faticano ancora a capirne il ruolo». «Il nostro obiettivo è avvicinarla alle persone, renderla più comprensibile e valorizzarne i progetti».

Comunità e partecipazione
Tra i cardini del programma di Unione e Dialogo c’è il rilancio della partecipazione. «Bisogna coinvolgere attivamente un po’ di più le persone», spiega Hamaui. «L’ebraismo è comunità, e comunità significa appartenere a un progetto. Ci sono tante professionalità e competenze che restano ai margini. Dobbiamo renderle parte attiva, non spettatori. Siamo pochi, circa 25.000, e se la metà si allontana, è un disastro. La comunità deve servire anche a rompere la solitudine, a farci sentire parte di qualcosa di comune».

Israele e il valore della complessità
Altro tema centrale è il modo in cui si racconta Israele, spesso ridotto a contrapposizioni. «Oggi si tende a semplificare tutto, ma Israele è un paese complesso, con molte anime, religiose, sociali, politiche, etniche, che spesso non dialogano tra loro», sottolinea Hamaui. «Il nostro compito è aiutare a far capire questa complessità, anche all’opinione pubblica italiana. Non dobbiamo appiattirci su una parte o sull’altra, ma raccontare Israele nella sua ricchezza e nelle sue contraddizioni».

Bilanci
Da economista, Hamaui richiama l’attenzione sulla sostenibilità economica dell’Ucei. «Guardando dentro ai bilanci», spiega, «mi sono accorto che le entrate sono concentrate su pochissime fonti: l’8 per mille e la Claims Conference coprono quasi l’80% del totale. Entrambe, però, sono a rischio». Per questo, sottolinea, servirà «una riflessione seria per diversificare le entrate e rendere sostenibile il futuro dell’ebraismo italiano». Hamaui invita a un approccio pragmatico: secondo lui, l’Ucei non deve limitarsi a distribuire fondi alle comunità, ma individuare ambiti – come la comunicazione o alcuni servizi condivisi – in cui creare vere economie di scala. «Occorre distinguere con chiarezza ciò che va gestito al centro e ciò che resta alle comunità locali. Con risorse limitate, non possiamo permetterci sprechi: serve metodo e pragmatismo».

Accoglienza e inclusione
Unione e Dialogo dedica spazio anche ai temi dell’inclusione e delle famiglie miste. «È un tema che conosco bene», racconta Hamaui. «Mia moglie non è ebrea, ma i nostri due figli lo sono e hanno una forte identità ebraica. Siamo, per così dire, un esperimento riuscito. E alla luce della mia esperienza, penso sia necessario un approccio pragmatico e non ideologico al tema della famiglie miste: dialogare, includere, non giudicare né accusare, valutando le singole situazioni. C’è bisogno di integrazione e di comunità, senza, tutto è molto più difficile».

Il carisma
Hamaui conclude con un invito a riscoprire la forza della leadership morale e comunitaria: «Credo che oggi all’ebraismo italiano servano figure carismatiche, capaci di ispirare e unire. Servono persone che sappiano trasmettere fiducia, fare da esempio e guidare con autorevolezza. Come Unione, è importante creare le condizioni perché queste figure possano emergere. La storia ebraica ce lo insegna: Mosè era una figura estremamente carismatica. Senza di lui, non so se saremmo qui. Cerchiamo di seguirne l’esempio».

d.r.