RICONOSCIMENTI – Il “Nobel ebraico” a Gal Gadot
Conosciuto come il “Nobel ebraico”, il Genesis Prize onora ogni anno personalità «che hanno raggiunto fama internazionale nei loro ambiti professionali, sono orgogliosi della loro eredità ebraica, hanno a cuore il futuro del popolo ebraico e dello Stato di Israele e ispirano i giovani a rendere il mondo un posto migliore». Per l’edizione 2026 la giuria del riconoscimento ha scelto l’attrice israeliana Gal Gadot, protagonista in molti film di Hollywood con tanto di stella nell’iconico marciapiede di Los Angeles e al tempo stesso frequente bersaglio del movimento propal (anche in Italia) per la sua identità.
«La chiarezza morale e il suo incrollabile amore per Israele hanno ispirato milioni di persone», ha dichiarato Stan Polovets, co-fondatore e presidente della Genesis Prize Foundation. «Il premio attesta il suo coraggio e la sua audacia morale: la sua ferma difesa di Israele a grande rischio personale e professionale, il suo sostegno agli ostaggi, la sua compassione per le vittime del terrorismo e la sua empatia per tutte le vittime innocenti di questa terribile guerra scatenata da Hamas». Dal suo canto l’attrice 40enne, celebre anche per il ruolo di Wonder Woman, si è detta “onorata” di ricevere il Genesis Prize e di essere «al fianco degli straordinari vincitori che mi hanno preceduto: sono un’ebrea orgogliosa e un’israeliana orgogliosa, amo il mio paese e dedico questo premio alle organizzazioni che aiuteranno Israele a guarire e a quelle persone incredibili che prestano servizio in prima linea nella compassione». Negli ultimi due anni Israele ha sopportato «un dolore inimmaginabile», ha aggiunto Gadot. «Ora dobbiamo iniziare a guarire, a ricostruire cuori, famiglie e comunità».
Il Genesis Prize è stato assegnato in passato ad altri volti noti dello spettacolo, dalla cantante Barbra Streisand al regista Steven Spielberg. L’hanno poi vinto tra gli altri l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, la giudice della Corte suprema Ruth Bader Ginsburg e il ceo dell’azienda Pfizer, Albert Bourla. Quest’anno il vincitore è stato il presidente argentino Javier Milei, unico non ebreo nell’albo del premio, «per il suo inequivocabile sostegno a Israele».