FRANCIA – Il monito del Crif a dieci anni dal Bataclan

La sera del 13 novembre del 2015 il terrorismo islamico provocava uno spargimento di sangue tra i più efferati nel cuore di Parigi, uccidendo in tutto 130 persone. Tra loro un’italiana, la ricercatrice Valeria Solesin, assassinata al Bataclan. Nel gennaio di quell’anno c’erano già stati gli agguati mortali alla redazione di Charlie Hebdo e all’Hyper Cacher di Porte de Vincennes, seguiti dalla grande manifestazione contro il terrore con la presenza a Parigi di numerosi leader mondiali.
Sono passati dieci anni da allora «ma la minaccia terroristica persiste e la combatteremo ovunque colpisca», sottolinea il Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia (Crif) nell’anniversario di «quella notte di tragedia che ha fatto sprofondare il nostro paese nell’orrore». Orrore che rischia di ripetersi, fa capire il Crif, che già a gennaio aveva puntato il dito contro «la vigliaccheria e la rinuncia collettiva» di una parte della società francese di fronte all’avanzata dell’Islam radicale che conquista spazi di potere, rappresentanza e influenza. A scapito di tutta la cittadinanza. Anche di questo si parlerà nella quindicesima convention annuale del Crif, annunciata per il prossimo 23 novembre nella capitale con filo conduttore una domanda: «La Repubblica ha detto la sua ultima parola?». Vari interrogativi su temi di attualità attraverseranno l’iniziativa, il cui ospite d’onore sarà l’economista francese Philippe Aghion fresco vincitore del Premio Nobel. “L’antisionismo ha vinto la battaglia per l’opinione pubblica?”, ci si chiederà nella conferenza di apertura. In un successivo panel si parlerà di “Fratelli Musulmani e jihadismo: una sfida francese” con l’intervento di Hassen Chalghoumi, il presidente della Conferenza degli Imam, da tempo sotto scorta per via della sua opposizione al radicalismo.
Nelle scorse ore il Crif ha rilanciato il suo impegno in difesa dei valori repubblicani, organizzando l’iniziativa «Pour la République, contre l’antisémitisme» a due anni esatti da una manifestazione contro l’antisemitismo che il 12 novembre del 2023 aveva portato in piazza a Parigi oltre 100mila persone, a poco più di un mese dai massacri del 7 ottobre. A parlarne con il presidente del Crif, Yonathan Arfi, c’erano il presidente del Senato Gérard Larcher e la presidente dell’Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet. «L’antisemitismo è terrorismo in azione», ha dichiarato Larcher. «E il terrorismo nasce da un antisemitismo dichiarato». Per Arfi, l’antisemitismo ha oggi diverse facce. Ad esempio «si nasconde nell’odio per Israele, si annida nelle teorie del complotto, è alimentato dall’islamismo». Qualunque sia la sua matrice, ha proseguito Arfi, il concetto di fratellanza al centro dell’identità francese non può essere una parola ma «una responsabilità collettiva».