LIBRI – Il memoir di Eli Sharabi tra le 100 letture imperdibili del Time
«Mi stanno rapendo. Capisco che questa è una catastrofe. Capisco cosa significa. Non mi importa che mi stiano picchiando. Non lo sento nemmeno. Perché in questi momenti, mentre vengo trascinato oltre la recinzione del kibbutz, sotto il sole rovente, avvolto dall’odore delle rovine fumanti, con una fascia stretta sugli occhi, trascinato da terroristi che mi afferrano entrambe le mani, perfettamente consapevole che mi stanno portando via a Gaza, ma sapendo almeno che Lianne e le ragazze erano rimaste indietro, io mi concentro su un’unica missione: sopravvivere per tornare a casa. Non esiste più l’Eli di prima. D’ora in poi, sono Eli il sopravvissuto».
È il passaggio in cui Eli Sharabi, nella sua autobiografia L’ostaggio (in Italia pubblicato da Newton Compton Editori), dopo ore terribili, si rende conto di cosa lo aspetta: i terroristi di Hamas lo hanno trascinato seminudo via da casa, dal kibbutz Be’eri, lasciandosi alle spalle le due figlie, Noiya e Yahel, e la moglie Lianne. Sharabi racconta di aver resistito per 491 giorni aggrappandosi all’idea di poterle riabbracciare. Solo nel giorno della liberazione scoprirà l’orrore: Noiya, Yahel e Lianne erano state assassinate il 7 ottobre 2023 dai terroristi, mentre lui veniva sequestrato.
Nonostante una tragedia difficilmente raccontabile, Sharabi ha trovato le parole per trasformarla nel primo memoir scritto da un ostaggio israeliano. Un libro che offre «una prospettiva cruda e intima su uno dei conflitti più controversi della storia moderna», spiega la rivista Time, che ha inserito L’ostaggio tra i 100 libri da leggere nel 2025. Nella motivazione, il critico Hamilton Cain sottolinea come Sharabi «racconti la prigionia con dettagli agghiaccianti, dalla violenza del rapimento alle strategie di sopravvivenza inventate giorno per giorno nei tunnel sotto Gaza».
Per il Time, il libro non è soltanto una testimonianza personale, ma un documento umano e storico che «mette il lettore faccia a faccia con la paura, l’isolamento e la fragile speranza» di chi è stato trascinato in un buco d’odio.
Il riconoscimento della rivista arriva dopo un’eccezionale accoglienza da parte dei lettori: il libro ha raggiunto il quarto posto nella classifica dei bestseller del New York Times appena una settimana dopo l’uscita dell’edizione inglese, mentre in Israele ha superato le centomila copie vendute, affermandosi come uno dei titoli più letti dell’anno. Il volume è attualmente in traduzione in diverse lingue e in Italia è uscito nell’ottobre scorso.
Di fronte a un successo inatteso, Sharabi ha espresso gratitudine e commozione, ringraziando i lettori e dedicando il volume alla memoria di Lianne, Noiya, Yahel e del fratello Yossi, anch’egli assassinato da Hamas.
«Siamo orgogliosi e per nulla sorpresi del successo dell’edizione inglese», ha commentato la casa editrice ebraica del libro, la Sella Meir Publishing. «Oltre ad essere una testimonianza storicamente importante, Eli ha scritto una storia senza tempo e universale sulla forza dello spirito umano e sulla capacità di scegliere la propria strada anche in circostanze impossibili. Questa non è solo una storia di sofferenza, ma anche del potere di cambiare: per questo continuerà a commuovere e ispirare i lettori di tutto il mondo».