LA LETTERA – Livio Sirovich: Sbagliare si può, correggere si deve

Caro direttore, chiedo ospitalità per raccontare una situazione che mi pare emblematica di molte risposte irrazionali alla crisi di Gaza. È infatti difficile reperire altri media disponibili, vicini alle mie posizioni (di Sinistra moderata). Mi riferisco al fatto che a un certo punto, a riprova che gli israeliani si comportano come i nazisti, su molti giornali appaiono foto di bambini scheletriti, che muovono a grande compassione. Quale prova più certa che a Gaza i bambini muoiono di fame come ad Auschwitz? E invece sono bambini affetti da malattie oncologiche e genetiche, spesso fotografati accanto alle madri e ai fratellini di corporatura normale (che, non di rado, con un ritaglio vengo esclusi dalle immagini pubblicate). Un’immagine di questo tipo compare ad esempio, con grande risalto, sull’edizione internazionale del New York Times del 26-27 luglio 2025. Lo stesso povero bambino – questa volta impietosamente e credo illegalmente ripreso di faccia – finisce addirittura appeso in gigantografia da Bonelli e Fratoianni sulla facciata della Camera. A qualcuno sorgono dei dubbi, ma molti media soffiano sul fuoco. “Genocidio!” e “Soluzione finale!” diventano parole d’ordine.
Non fa eccezione la magnifica rivista di Pediatria Medico e Bambino che giustamente fa tendenza non solo tra i pediatri. Detto per inciso, chi scrive non è un medico (seppure ricercatore scientifico in altra disciplina) ma è stato amico per la pelle del fondatore della rivista, il famoso pediatra, umanista, disegnatore, medico anche in Angola e collaboratore di Emergency in Afghanistan, nonché uomo buono Franco Panizon, e conosce personalmente vari magnifici pediatri, che collaborano con la rivista.
Già il 3 maggio scorso, su Medico e Bambino, era comparsa una specie di appello firmato dal successore del Panizon alla direzione della Clinica Pediatrica dell’università di Trieste, prof. Alessandro Ventura. Questi lo aveva “dedicato a una bambina di Gaza” invitando tutti a firmare una petizione. Testo scritto a tinte molto forti, che assimilava appunto la condotta del governo di Israele a quella del governo nazista sul finire della Seconda guerra mondiale. Mi pare però che l’autore dimostrasse una certa ingenuità, poiché sembrava essersi lasciato suggestionare dal “grido” di una bambina, che per altro si presentava come influencer gazawa (di nome “renadfromgaza”) con 1,2 milioni di follower in Instagram. Al Corriere della Sera la bambina undicenne (1,2 milioni di follower a 11 anni? A Gaza?) dichiarava candidamente: «…insomma fa tutto lei», mia sorella, la nutrizionista e farmacista di Gaza Nourhan Attallah; vedi: https://www.corriere.it/cook/news/25_marzo_20/renad-attallah-bambina-chef-gaza-wif-in-guerra-ho-perso-un-amica-cucino-le-bombe-stare-tranquilla-3a76e8fa-04d9-11f0-92f3-487568a713fd.shtml)
La influencer aveva scritto «We are starving» (stiamo morendo di fame) e il prof. Ventura commentava che la bambina scrive «con terrificante semplicità, che sta morendo di fame. Come i due milioni di abitanti della striscia di Gaza, metà dei quali hanno meno di 18 anni».
Il 3 maggio quindi, secondo il pediatra, i due milioni e passa di gazawi non cominciavano eventualmente a patire la fame, ma stavano già morendo.

“Israeliani come nazisti”
La successiva precisazione tecnica nell’invito a firmare la petizione era: gli abitanti di Gaza «si trovano ora in condizioni di malnutrizione catastrofica e 65mila bambini sono moribondi per la malnutrizione acuta da cui non possono essere curati». 65 mila ormai spacciati, insomma, affermazione avallata dal prestigio della rivista.
A questo punto, il prof. Ventura faceva un commento storico, che conviene copiare integralmente: [È] «una strage per affamamento che in Europa ha un unico drammatico precedente che tuttavia, pur dettato da uguale spietata crudeltà, non ha raggiunto queste proporzioni: quello dell’inverno 1944-45 (l’inverno della fame”) durante il quale in Olanda morirono più di 20.000 civili dopo che i Nazisti (per ritorsione anche allora come adesso! – a un’azione di sabotaggio) avevano interrotto l’arrivo di ogni fornitura alimentare alla popolazione”. Il pogrom del 7 ottobre come semplice sabotaggio e – di nuovo – gli israeliani come i nazisti, con “uguale spietata crudeltà».

In settembre è invece uscito l’articolo “Il Nostro Genocidio di Gaza” firmato da altri due famosi pediatri, Federico Marchetti e Giorgio Tamburlini (il secondo lo conosco personalmente e lo stimo da sempre), e corredato dalla foto di un altro bambino scheletrito. Un pezzo che a sua volta mi sembra una presa di posizione militante e non un commento di contenuto medico.
Vi si dà infatti per scontato che Israele stia attuando un genocidio, cosa che viceversa è ancora oggetto di indagine da parte della Corte Internazionale di Giustizia. E comunque la competenza prevalente in materia non è medica, bensì giuridica e – direi – soprattutto storica. Chi altro può infatti valutare se Israele si stia comportando come il gove rno turco con un milione e duecentomila armeni nel 1915? Come i nazisti contro sei milioni di ebrei? Come gli Hutu contro 800.000 Tutsi in Ruanda nel 1994?
Fatto sta che l’articolo mi sembra soggiacere al furor di popolo antisionista, ahimé soprattutto di sinistra, il cui presupposto mi sembra essere l’idea che dall’8 ottobre 2025 siano in atto bombardamenti indiscriminati e ingiustificati di civili inermi. Che poi è quello che Hamas detta alle agenzie; Hamas, per la quale non muoiono mai miliziani in combattimento, solo civili.
Come tanti altri, anche Medico e Bambino pare non considerare che, con le migliaia di razzi, il massacro del 7 ottobre, coi 251 ostaggi, i fondamentalisti di Gaza hanno voluto la guerra. Una guerra asimmetrica in cui Hamas sapeva che Israele non avrebbe potuto non cercare di colpire gli aggressori. Non per rappresaglia, come scrivono in molti, condizionati anche dal luogo comune per cui gli ebrei perseguirebbero la vendetta, mentre i cristiani l’amore, ma soprattutto perché il governo israeliano non può lasciar operare chi vorrebbe altri e più estesi 7 ottobre. Pena l’abbandono del paese da parte di chi ha doppio passaporto.

I crimini di guerra di Hamas
Hamas aveva commesso il crimine di guerra di fortificare le città con rampe di missili e centinaia di chilometri di tunnel collegati a condomìni, scuole, ospedali etc. Seviziando donne e bambini, rubando teste e cadaveri interi etc., ha voluto costringere l’avversario a una scelta atroce: subire il disastro attendendo quelli futuri, oppure accettare di combattere commettendo però, a sua volta, crimini di guerra perché i miliziani islamisti erano mischiati alla popolazione. Haniyeh e Sinwar sapevano che la guerra asimmetrica avrebbe provocato una catastrofe umanitaria. Ma era quello che cercavano. Pochi tengono presente la mentalità dei fondamentalisti di Hamas, che all’art. 7 del suo Statuto vigente, concepisce la Guerra Santa come uccisione di tutti gli ebrei. La Jihad che nella loro interpretazione è dovere di tutti, dai bambini ai vecchi perché – come affermato dal leader politico Haniyeh – pur di nuocere a Israele, c’è bisogno anche del loro sangue.
Va comunque detto che la Jihad ha preso grande slancio anche dalla negazione da parte di Israele della possibilità che i palestinesi possano avere un loro stato indipendente. La catastrofe umanitaria di Gaza fa pensare a Dresda, Norimberga, Berlino etc. sotto i bombardamenti della II Guerra mondiale, con la differenza che queste città non erano fortificate e che solo a Berlino si combatté casa per casa.
Ma il genocidio è un’altra cosa, e l’articolo di Medico e Bambino contribuisce ad alimentare il tragico equivoco.
Colpisce come un pugno allo stomaco il fatto che due famosi medici adducano a prova della presunta inedia finale a Gaza un’altra foto di bambini ahimé scheletrici proveniente non da una rivista scientifica accreditata o da un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) o da un ospedale, ma da una multinazionale commerciale di foto pubblicitarie, turistiche etc. (gettyimages.com). Sapete di chi è la diagnosi di “malnutrition”, inopinatamente accreditata da questi pediatri?

La foto usata
Fino a prova contraria, è del fotografo di Gaza Ali Jadallah, che ha venduto l’immagine all’agenzia turca Anadolu, che a sua volta l’ha affidata alla multinazionale citata. Potete controllare gli altri scatti della stessa serie, dello stesso bambino, offerti dalla pagina del social “X” del fotografo (vedi: x.com/alijadallah66?lang=en). Se questi pediatri controllassero la loro “fonte”, scoprirebbero come l’autore scriva che il povero bambino si chiama Fadi Zant e abbia 9 anni, mentre Gettyimages che la vende scriva che di anni ne ha 6. Tra l’altro, il fotografo ha (comprensibilmente) motivi di risentimento nei confronti degli israeliani, poiché dichiara di avere perso in questa guerra ben cinque familiari, fra cui purtroppo anche una sorella della quale non sarebbe riuscito nemmeno a recuperare il corpo. Infine, l’Oms non ha dato credito a nessuna delle varie foto di bambini malati diffuse dall’agenzia Anadolu e da altri che, a vantaggio di Hamas, le fanno passare per immagini di carestia. Beninteso, la situazione a Gaza è terribile e c’è stata fame (anche se non così drammatica come la foto suggerisce), ma pare che oltre a Israele ne siano responsabili pure Hamas e i vari gruppi jihadisti e clan familiari che rapinano e accumulano gli aiuti. Credo che Medico e Bambino dovrebbe valutare che l’agenzia Anadolu è la stessa che ha fornito al New York Times (vedi: la citata edizione internazionale di luglio) alla Nbc etc. molte foto di alcuni bambini gazawi malati, ripresi in varie pose, spacciandoli per bambini morenti di inedia. Il New York Times e altri media hanno pubblicamente ammesso l’errore.
Medico e Bambino?

Livio Sirovich