FIRENZE – La lettera aperta dei docenti universitari: No al boicottaggio di Israele

Nelle stesse ora la nuova giunta regionale annuncia che riconoscerà la Palestina

«Spero di aver la possibilità di continuare a fare il mio lavoro di didatta e di ricercatore senza il timore di persecuzioni legate alla mia ferma posizione in difesa dell’esistenza dello Stato di Israele e delle collaborazioni accademiche con le università israeliane, che sono tra gli atenei più prestigiosi del mondo».
Professore di Meccanica applicata alle macchine del dipartimento di Ingegneria Industriale, Benedetto Allotta è uno di varie decine di docenti dell’Università degli Studi di Firenze firmatari di una lettera aperta alla rettrice Alessandra Petrucci in cui si esorta l’ateneo non solo «a non boicottare» le università israeliane, ma al contrario a «promuovere attivamente spazi di incontro e confronto con e tra israeliani e arabi che credono nella cooperazione». Il tema è di stretta attualità nel capoluogo toscano, perché il Senato accademico si confronterà a breve sugli accordi in essere a partire da un documento consultivo redatto dal Comitato etico per la ricerca. La discussione avrebbe dovuto tenersi ieri, mercoledì 19 novembre, ma è stata rinviata a dicembre.
Nella lettera aperta i firmatari esprimono «crescente preoccupazione riguardo alle recenti delibere del Senato Accademico e di vari Dipartimenti relative alla mappatura e all’eventuale interruzione delle collaborazioni scientifiche con università, ricercatori e istituzioni israeliane». Al riguardo si ritiene che tali iniziative «rischino di vietare nuove collaborazioni e compromettere quelle esistenti, contraddicendo lo Statuto dell’Università che ne afferma il carattere pluralistico, l’indipendenza e la cooperazione internazionale». Nel documento si fa riferimento in particolare a settori come la chimica, le terapie oncologiche, la chirurgia robotica, l’intelligenza artificiale, oltre ad altri «settori cruciali» nelle scienze umane e nelle scienze sociali, dove le relazioni «non possono e non
devono essere interrotte, pena l’indebolimento della ricerca italiana e la compromissione di virtuose sinergie». Si ricorda inoltre che «le università israeliane, comprese quelle arabe, sono esempi di coesistenza dove ebrei, musulmani, cristiani e drusi lavorano fianco a fianco» e quindi «l’idea di favorire la pace in Medio Oriente interrompendo il dialogo con i colleghi israeliani solo per la loro nazionalità è una contraddizione inaccettabile che ostacolerebbe la pace anziché promuoverla e impedirebbe il libero dibattito interno». Dibattito che, si legge ancora, «ultimamente è sempre più minacciato da una minoranza rumorosa».
A Firenze giovedì è stato intanto il giorno dell’insediamento della nuova giunta regionale, presieduta da Eugenio Giani. Il confermato presidente del “campo largo” ha annunciato, quale primo atto formale, di aver avviato l’iter per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Sono state anche assegnate le deleghe. La 23enne livornese Mia Diop Bintou, già designata come vicepresidente della giunta, nota per le sue posizioni propal, ha avuto la delega a Pace e Cooperazione internazionale.

(Nell’immagine: la sede del rettorato dell’Università di Firenze)